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Sanremo, ambasciatore israeliano: "Vergognoso diffondere odio"

Sul Festival entra a gamba tesa Alon Bar che contesta il fatto che non sia stato raccontato da nessuno sul palco l'orrore commesso da Hamas in Israele il 7 ottobre scorso. La replica di Ghali: "Viva la pace"

Inserito da (Redazione Nazionale), domenica 11 febbraio 2024 20:48:31

La guerra tra Hamas e Israele arriva a Sanremo dopo che alcuni messaggi lanciati da alcuni artisti sul palco come Dargen D'Amico e lo stesso Ghali, sono stati 'maldigeriti' dall'ambasciatore israeliano in Italia, Alon Bar che ha dichiarato:

"Ritengo vergognoso che il palco del Festival di Sanremo sia stato sfruttato per diffondere odio e provocazioni in modo superficiale e irresponsabile. Nella strage del 7 ottobre, tra le 1200 vittime, c'erano oltre 360 giovani trucidati e violentati nel corso del Nova Music Festival. Altri 40 di loro, sono stati rapiti e si trovano ancora nelle mani dei terroristi".

Poi la stoccata sulla mancata solidarietà nei confronti di Israele:

"Il festival avrebbe potuto esprimere loro solidarietà. È un peccato che questo non sia accaduto".

A stretto giro arriva la risposta dell'amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio:

"Ogni giorno i nostri telegiornali e i nostri programmi raccontano - e continueranno a farlo - la tragedia degli ostaggi nelle mani di Hamas, oltre a ricordare la strage dei bambini, donne e uomini del 7 ottobre. La mia solidarietà al popolo di Israele ed alla comunità ebraica è sentita e convinta".

In particolare ad innescare la polemica è una frase, 'Stop al genocidio', pronunciata ieri sera da Ghali sul palco che però a sua volta viene ringraziato dal presidente dell'associazione palestinesi di Italia Mohammad Hannoun "per le sue parole chiare contro lo sterminio".

Ghali non è stato l'unico a lanciare un appello sul palco dell'Ariston in questi giorni di festival, anche Eros Ramazzotti l'ha sottolineato:

"Basta sangue, basta guerre. Pace!"

Come detto, per due volte è tornato sul tema invece Dargen D'Amico con un appello al cessate il fuoco:

"Ci sono bambini sotto le bombe, senza acqua senza cibo. Il nostro silenzio è corresponsabilità".

Appello condiviso da Diodato.

Poi, Edoardo Leo:

"Il sole della cultura è l'ultimo spiraglio di luce prima del buio".

E, ancora, Giuliano Sangiorgi:

"Viva la musica, viva la libertà, viva la pace".

E, chiudiamo con Mahmood:

"Viva le differenze e la libertà di pensiero sempre e comunque".

Ghali è tornato sulla questione e sull'intervento dell'ambasciatore israeliano a Domenica IN:

"Ho sempre parlato di questi temi da quando sono bambino.
Non dal 7 ottobre.

Mi dispiace che l'amabasciatore abbia risposto in questo modo, c'erano tante cose da dire. Ma per cosa altro avrei dovuto usare questo palco? Io sono un musicista prima di salire su questo palco: ho sempre parlato di questo fin da quando sono bambino.

Il fatto che l'ambasciatore parli così non va bene, continua la politica del terrore, la gente ha paura di dire stop alla guerra, stop al genocidio, stiamo vivendo un momento in cui le persone sentono che vanno a perdere qualcosa se dicono viva la pace".

Per la presidente delle Comunità ebraiche Italiane, Noemi Di Segni "dispiace che questo palco non sia stato l'occasione per lanciare parimenti, un appello per il rilascio degli ostaggi nelle mani di Hamas, lasciando all'unilateralità la legittimazione alla distorsione, con uso di termini che ancora una volta offendono la storia del nostro Paese e dell'Europa tutta".

FONTE FOTO: pagina FB Ghali (entrambe)

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