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Milano, carabiniere critica Mattarella: "Non è mio presidente". Poi le scuse

Il militare dell'Arma aveva detto queste parole sul presidente della Repubblica durante la manifestazione pro Palestina organizzata sabato scorso nel Giorno della Memoria, nonostante i divieti. Le parole del carabiniere riprese da un reporter di Local team mentre rispondeva ad una sollecitazione di un'attivista di 94 anni

Inserito da (Redazione Nazionale), martedì 30 gennaio 2024 16:52:04

di Norman di Lieto

"Con tutto il rispetto non è il mio Presidente. Io non l'ho votato, non l'ho scelto io, non lo riconosco".

Sono queste le parole pronunciate dal maresciallo capo dei Carabinieri, sollecitato da un'attivista di 94 anni, durante la manifestazione pro Palestina organizzata sabato scorso nel GiornodellaMemoria nonostante i divieti.

Alla manifestazione avevano partecipato almeno duemila persone, mentre un'attivista di 94 anni, Franca Caffa, già consigliera comunale del Prc, classe 1929 e fondatrice del comitato inquilini Molise-Calvairate-Pontisi rivolgeva al militare interrogandolo su cosa dicesse il presidente Mattarella, il carabiniere aveva risposto così, mentre un reporter di Local Team riprendeva tutto.

L'Arma dei Carabinieri lo ha prontamente trasferito, affidandogli un incarico non operativo, mentre la procura di Milano, in attesa di un'informativa, ha aperto un fascicolo, intanto sono arrivate anche le scuse dello stesso carabiniere:

"Il presidente della Repubblica è il mio simbolo. Mi sono ritrovato a dire una frase stupida e non pensata veramente, sono mortificato. Chiedo scusa, la mia priorità era togliere una signora anziana da problemi causati da eventuali cariche".

Così G.M., 54 anni, il carabiniere maresciallo capo ha dichiarato, per poi proseguire:

"Dovevamo caricare, avevo pensato di immedesimarmi in quella signora anziana di fronte a me per poi portarla dietro al cordone delle forze dell'ordine e metterla in protezione, visto che la situazione in piazza si stava scaldando", ha spiegato G.M.

Franca Caffa ha invece fatto sapere come dalla risposta del carabiniere sia rimasta "sconcertata".

L'anziana era in prima fila per essere "testimone nel caso di manganellate", non si è data per vinta e, davanti a quelle parole contro il Capo dello stato, ha incalzato il carabiniere:

"di che Paese è?"

Sul momento Franca Caffa non ha replicato ma ha continuato a chiedersi "perché si è azzardato a dire così? Anche se non è d'accordo nel modo di Mattarella di fare il presidente, e questo è legittimo, resta il fatto che è il presidente di tutti".

Poi la stessa attivista ha concluso:

"Mi dispiace per quest'uomo. Ma le sue parole, non mi sono sembrate dalla parte del popolo, hanno mostrato una mancanza di coscienza. Mi han fatto cascare le braccia".

Sul caso è intervenuto anche il sindaco di Milano, Beppe Sala:

"Nessuno di noi che lavora per le istituzioni e che si sente istituzione, il sindaco quindi ma anche un carabiniere, può permettersi di dire una cosa del genere. Oltretutto, rispetto a un presidente come Mattarella, che in questi anni ha dimostrato una fermezza, una capacità e una lucidità straordinarie e fondamentali per questo Paese".

Poi, Guido Crosetto, ministro della Difesa è tornato sulle motivazioni che avevano portato il governo a voler vietare la manifestazione pro Palestina organizzata proprio nel Giorno della Memoria, durante un'intervista su Quarta Repubblica in onda su Rete4:

"La manifestazione di sabato a Milano è stata vietata dal ministro dell'Interno perché era il Giorno della memoria: quella manifestazione non autorizzata poteva diventare un momento di scontro mentre ricordavamo la Shoah. Le reazioni di fronte a questo divieto sono sbagliate. L'Italia ha offerto supporto al popolo palestinese in diversi modi.

Abbiamo mandato una nave militare, abbiamo appena fatto atterrare undici bambini palestinesi per farli curare in Italia e presto arriveremo a cento, ci siamo mossi per portare aiuti umanitari e sanitari attraverso le nostre forze armate e lo abbiamo fatto senza che nessuno lo chiedesse, dal primo giorno abbiamo difeso la risoluzione Onu che prevede due popoli e due Stati anche andando contro Netanyahu: un paese democratico deve riconoscere le regole del diritto internazionale e quindi i danni collaterali non potevano essere 25mila morti. Ci siamo comportati da alleati di Israele, comprendendo che dovesse rispondere al folle attacco organizzato da Hamas ma distinguendo l'organizzazione terroristica di Hamas dal popolo palestinese".

Sul caso del carabiniere, Crosetto ha invece voluto ribadire che:

"Le forze armate sono organizzazioni serie, con delle regole, quel carabiniere è stato immediatamente spostato, e tutto è stato passato all'autorità giudiziaria. Inoltre ci sarà un percorso disciplinare interno, nel rispetto delle regole democratiche".

 

Fonte foto: Foto dioltremedaPixabay e Foto diBarbara BonannodaPixabay

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