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Israele, Erdogan difende Hamas e chiama il Papa

Il presidente turco non le manda a dire e si scaglia contro Israele, schierandosi con Hamas. Poi sente il Papa

Inserito da (Redazione Nazionale), giovedì 26 ottobre 2023 21:19:54

Come se il clima non fosse già abbastanza incandescente nello scontro Israele-Hamas senza contare l'assedio di Gaza e il solito scontro - ora ancora più feroce - con la Palestina, il presidente turco Erdogan non le manda a dire e si scaglia contro Israele, schierandosi con Hamas. Poi sente il Papa.

Erdogan ‘ridefinisce' Hamas, non come gruppo terroristico, durante un discorso al parlamento di Ankara:

"Hamas non è un gruppo terroristico, ma un gruppo di liberatori che proteggono la loro terra".

La reazione di Israele non si è fatta attendere ancor più sdegnata dopo il caso Guterres - che dichiara:

"Hamas è una spregevole organizzazione terroristica peggiore dell'Isis - ha tuonato ancora una volta il ministero degli Esteri -. Le parole del presidente turco non cambieranno questo fatto inequivocabile né gli orrori che il mondo intero ha visto" quel giorno.

In Italia Matteo Salvini ha definito "gravi e disgustose" le dichiarazioni di Erdogan, chiedendo al collega ministro degli Esteri Antonio Tajani di "inviare protesta formale e convocare l'ambasciatore turco".

Erdogan ad ogni modo ha annunciato anche di aver cancellato la sua visita prevista in Israele:

"Non abbiamo problemi con lo Stato di Israele ma non abbiamo mai approvato le atrocità commesse da Israele e il suo modo di agire, simile a un'organizzazione più che uno Stato", ha accusato il sultano di Ankara.

La nuova bufera diplomatica e internazionale arriva all'indomani del terremoto causato dal segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, che aveva sostenuto come gli attacchi di Hamas non fossero "arrivati dal nulla" ma dopo "56 anni di soffocante occupazione".

Terremoto che non si è ancora placato: in risposta Israele ha deciso di negare i visti di ingresso ai rappresentanti delle Nazioni Unite, a cominciare dall'inviato del Palazzo di Vetro per gli affari umanitari Martin Griffiths.

Al momento il riferimento a un "sostegno all'appello del segretario generale per una pausa umanitaria" è sparita anche dall'ultima bozza di conclusioni del vertice Ue per evitare imbarazzi a Bruxelles. L'unica voce fuori dal coro è quella dello spagnolo Pedro Sanchez, che ha espresso "l'appoggio e l'affetto" del suo governo a Guterres.

Ma è sempre l'Onu - questa volta all'Assemblea Generale - dopo il braccio di ferro in Consiglio di Sicurezza e i ripetuti veti incrociati di Usa e Russia a dare fuoco alle polveri.

Dando il via alla sessione speciale di emergenza, il presidente dell'Assemblea Dennis Francis ha condannato "l'attacco di Hamas contro Israele, la cui brutalità è inaccettabile e non ha spazio in questo mondo", ma allo stesso tempo ha respinto "gli attacchi indiscriminati contro i civili a Gaza e l'entità della distruzione delle infrastrutture critiche da parte di Israele", spiegando che "il diritto di legittima difesa non dà e non può legittimamente dare la licenza per intraprendere ritorsioni indiscriminate e sproporzionate".

È arrivato poi l'appello dell'ambasciatore palestinese Ryad Mansour:

"Fermate le bombe e salvate vite, le vite dei 2,3 milioni di civili a Gaza, le vite dei bambini, 3.000 bambini innocenti sono stati uccisi da Israele nelle ultime tre settimane.

E' questa la guerra che alcuni di voi stanno difendendo? Questa guerra può essere difesa?

Questi sono crimini, sono barbarie". Il delegato ha poi domandato di approvare il documento "per fermare le uccisioni, perché gli aiuti raggiungano coloro che ne hanno bisogno per sopravvivere".

Ma la bozza di risoluzione giordana ha scateanato l'ira di Israele, con l'ambasciatore Gilad Erdan che l'ha bollata come "ridicola".

"E' una vergogna per la vostra intelligenza e una follia che un documento che neppure menziona Hamas venga anche solo preso in considerazione per essere votato", ha tuonato, aggiungendo che "il cessate il fuoco darebbe ad Hamas la possibilità di riarmarsi".

L'Iran, da parte sua, ha attaccato sia Israele che gli Usa.

"Il genocidio a Gaza deve finire immediatamente, lo sfollamento forzato della popolazione di Gaza deve finire immediatamente", ha affermato il ministro degli Esteri di Teheran, Hossein Amir-Abdollahian. E rivolto agli Stati Uniti li ha accusati di "partecipare direttamente in questa battaglia: è una chiara violazione delle leggi internazionali e devono essere ritenuti responsabili", ha detto, lanciando un avvertimento sulle "conseguenze del finanziamento illimitato da parte di Washington al regime di Tel Aviv".

Come detto -il leader turco Recep Tayyip Erdogan ha poi chiamato il Papa, sottolineando che "gli attacchi israeliani contro Gaza hanno raggiunto il livello del massacro".

La situazione di Gaza preoccupa anche il Pontefice che tutti i giorni si informa direttamente, telefonando alla parrocchia della piccola comunità cattolica della Striscia, divenuta un riparo per quelli che cercano di scampare alle bombe.

Nella telefonata con Erdogan il Papa ha "espresso il suo dolore per quanto avviene e ha ricordato la posizione della Santa Sede, auspicando che si possa arrivare alla soluzione dei due Stati e di uno statuto speciale per la città di Gerusalemme", ha riferito il portavoce vaticano Matteo Bruni.

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