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Censis, il 76,5% degli italiani fatica a riconoscere le fake news

Presentato oggi a Palazzo Giustiniani in Senato il 3° Rapporto Ital Communications - Censis: "Disinformazione e fake news in Italia. Il sistema dell'informazione alla prova dell'Intelligenza Artificiale"

Inserito da (Redazione Nazionale), mercoledì 26 luglio 2023 18:03:45

di Norman di Lieto

Distinguere le fake news non sembra così facile secondo quanto emerso nel 3° Rapporto Ital Communications-Censis 'Disinformazione e fake news in Italia. Il sistema dell'informazione alla prova dell'Intelligenza Artificiale' dove emerge come il 76,5% degli italiani fatichi a riconoscere quelle che sono notizie false.

Nonostante la maggior parte degli Italiani si informi regolarmente la difficoltà nel reperire le informazioni nel modo corretto rappresenta uno dei timori maggiori che son emersi considerando che il 20,2% crede di non avere le competenze per saper riconoscere le fake news e il 61,1% di averle solo in parte.

A onor del vero, è presenta anche un 29,7% che nega l'esistenza delle bufale e pensa non si debba parlare di fake news, ma di notizie vere che vengono deliberatamente censurate dai palinsesti che poi le fanno passare come false.

È l'89,5% degli italiani a pensare che sia necessario creare un'alleanza stabile tra tutti gli stakeholder che hanno interesse a far circolare un'informazione attendibile e di qualità.

Sono circa 47 milioni gli italiani, il 93,3% del totale che si informano abitualmente (con una frequenza come minimo settimanale) almeno su una delle fonti disponibili:

l'83,5% usa anche il web e il 74,1% i media tradizionali. Il 64,3% utilizza un mix di fonti informative, tradizionali e online, il 9,9% si affida solo ai media tradizionali e il

Un tema molto attuale come il supporto dell'intelligenza artificiale nei confronti degli stessi giornalisti di cui abbiamo parlato sul nostro portale, intervistando poi anche il più autorevole giornalista della Costiera amalfitana, Sigismondo Nastri, crea delle incognite per gli intervistati proprio l'utilizzo dell'intelligenza artificiale nell'informazione.

Se da una parte il 75,1% della popolazione ritiene che con l'upgrading tecnologico verso l'Ai sarà sempre più difficile controllare la qualità delle notizie, il 58,9% pensa che l'intelligenza artificiale possa diventare uno strumento a supporto dei professionisti della comunicazione.

Secondo Alberto Barachini, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all'Informazione e all'Editoria:

"L'intelligenza artificiale è già classificata in ambito europeo ad alto rischio per l'informazione. Serve un filtro che permetta di riconoscere immediatamente un contenuto creato dall'uomo rispetto a quelli dell'intelligenza artificiale.

Tuttavia non basta un'etichettatura se non si struttura la capacità collettiva di allontanare il contenuto rischioso, attraverso nuovi strumenti di garanzia di una corretta informazione dei quali devono dotarsi i media".

In generale l'85,8% degli italiani ha paura di farsi trovare impreparato di fronte a un cambiamento tecnologico che, presumibilmente, regolerà nuovamente il modo di vivere, studiare, lavorare e anche di produrre e accedere alle informazioni, e ritiene che ci sia bisogno di far conoscere di più ai cittadini i vantaggi e i limiti dell'utilizzo dell'intelligenza artificiale.

 

Fonte foto: Foto diEngin AkyurtdaPixabay e Foto diGerd AltmanndaPixabay

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