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Storia e Storie

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Enzo Tortora, 40 anni fa il suo arresto. Costa, Azione-Iv: "Anche il magistrato deve pagare quando sbaglia"

Un caso giudiziario di 'malagiustizia' costarono al giornalista milanese una gogna mediatica e giudiziaria che 4 anni dopo portarono alla sua assoluzione

Inserito da (Redazione Nazionale), sabato 17 giugno 2023 20:15:54

di Norman di Lieto

Enzo Tortora 40 anni fa venne ammanettato davanti all'hotel Plaza di Roma con l'accusa di essere un camorrista: quattro anni dopo sarà completamente assolto da ogni accusa, dopo un calvario che l'avrebbe minato profondamente nel corpo, nello spirito e nella reputazione.

Una delle vicende più tragiche della giustizia italiana, oltre a un caso mediatico che ha fatto scuola.

Enzo Tortora era un popolare conduttore televisivo italiano che improvvisamente e al massimo della sua popolarità come giornalista e conduttore televisivo (celeberrima la trasmissione: "Portobello") venne arrestato nel 1983 con l'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso e traffico di droga.

Durante il processo, la difesa di Enzo Tortora aveva sostenuto come le accuse fossero infondate e come il giornalista fosse stato vittima di un complotto orchestrato da elementi corrotti all'interno del sistema giudiziario italiano.

Nonostante le prove contro di lui fossero deboli, Tortora venne condannato nel 1985 a 10 anni di reclusione.

Nel 1986, la Corte di Cassazione annullò la sentenza di condanna e ordinò un nuovo processo. Nel 1987, Tortora fu completamente assolto dalle accuse e rilasciato dopo aver trascorso 2 anni e 8 mesi in prigione.

Enzo Tortora tornò al lavoro come conduttore televisivo, ma la sua salute era compromessa a causa delle sofferenze subite durante la sua detenzione.

Morì nel 1988 a causa di un tumore, ma il suo nome è rimasto simbolo di ingiustizia e di lotta per la verità.

Nel giorno della commemorazione di quella triste pagina di malagiustizia del nostro Paese, il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari ha dichiarato:

"Venga istituita il 17 giugno la Giornata della Memoria delle vittime di errori giudiziari, per onorare il ricordo di chi ha subito ingiustizie e ricordare a scettici e distratti che anche gli innocenti, purtroppo, vanno in galera".

A Roma il segretario dell'Unione camere penali Eriberto Rosso ha ricordato quel 17 giugno del 1983:

"Quarant'anni fa in questo luogo veniva arrestato Enzo Tortora e veniva mostrato in manette dalle telecamere a tutta Italia. Noi siamo qui per ricordare quella tragica vicenda, una bruttissima pagina giudiziaria. Siamo qui con i protagonisti di quelle battaglie accanto a Tortora, a partire dalla sua compagna Francesca Scopelliti".

È proprio la sua compagna, Francesca Scopelliti a ricordare come:

"Il 17 giugno del 1983 da questo hotel Enzo Tortora usciva con le manette, con l'accusa di essere un camorrista, lui che era invece un uomo perbene. Un'accusa ingiusta, infamante, pesante quanto non sostenuta da nessun riscontro. Li è iniziata la sua avventura politica, perché a differenza di chi lo voleva camorrista si è fatto leader di una nobile battaglia per una giustizia giusta, non per se stesso ma per tutti". "Provate a mettervi nei panni di un uomo innocente che nel cuore della notte viene arrestato e trasformato in un mostro - l'ha ricordato la leader di +Europa Emma Bonino - Dopo mesi di galera, di sofferenza, e dopo una battaglia politica con noi Radicali, con Marco Pannella, Tortora ebbe il riconoscimento della sua innocenza - ha detto ancora - ma l'atteggiamento colpevolista e giustizialista che lo colpì e che ancora oggi ha grande diffusione dimostra che siamo molto lontani da una concezione di giustizia giusta".

Duro il commento del deputato di Azione-Iv Enrico Costa:

"Possiamo fare tutte le riforme che vogliamo ma per voltare pagina una deve precederle tutte: anche il magistrato deve pagare quando sbaglia".

 

Fonte foto: Commons Wikimedia e Santesi Blog

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