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Spagna, tra popolari e socialisti perde Vox che accusa: "Ci hanno demonizzato"

I risultati delle elezioni spagnole sono in equilibrio tra socialisti e popolari ma diventa difficile provare a formare un governo. Se non ci si riuscisse, ipotesi urne a dicembre

Inserito da (Redazione Nazionale), lunedì 24 luglio 2023 20:02:37

di Norman di Lieto

L'ottimismo dell'ex presidente uscente, il socialista Sanchez, non era temerario: i risultati delle elezioni politiche spagnole di ieri non disarcionano l'ex primo ministro soprattutto per la debacle elettorale della destra ispanica, rappresentata da Vox che crolla nel gradimento elettorale in questa tornata.

Nessuna autocritica però da parte degli esponenti di Vox che, anzi, rilanciano:

"Se siamo andati male è tutta colpa della demonizzazione ai nostri danni fomentata del Partito popolare".

Il partito dell'ultradestra spagnola non solo non intende riflettere sulle ragioni che lo hanno portato quasi a dimezzare la propria presenza alle Corti, da 51 a 33 seggi in meno di 5 anni. Ma anzi va all'attacco del Pp, accusando il partito di Alberto Nunez Feijòo di aver giocato sporco.

Dopo la difficile serata elettorale, a parlare oggi non è stato Abscal, ma il numero due del partito, Ignacio Garriga.

Prima ha definito "eroici, viste le circostanze avverse" i tre milioni di elettori di Vox.

E subito dopo ha spiegato che ad aver causato il crollo dei consensi è stata la condotta scorretta del Pp:

"Tutti sono consapevoli che senza la demonizzazione ai nostri danni, senza manipolare il nostro messaggio, oggi non parleremmo di questa situazione. Per tutta la campagna - ha sottolineato - abbiamo dovuto subire un clima ostile contro di noi, creato da media condizionati non solo dalla sinistra ma soprattutto dal Pp.

Ieri ho visto tutti i popolari festeggiare nella loro sede. Fanno bene a essere felici perchè a fare bene i conti hanno ottenuto quello che volevano, vincere le elezioni e non andare al governo con noi".

Dall'altra parte, la 'mancata' caduta dei socialisti si deve al voto delle donne e dei giovani che hanno permesso al partito di Sanchez di risalire la china e limitare così i danni di finire all'opposizione.

Sì, perché oggi, ad urne chiuse, i socialisti non saranno messi in un angolo, nonostante la vittoria dei popolari: perché Pp e Psoe sono arrivati quasi pari per voti.

Al momento di andare a votare gli spagnoli erano molto preoccupati dalla crisi economica, dal carovita, dalla disoccupazione e della sanità e l'accesso alla casa.

Quasi per nulla, invece, dell'immigrazione irregolare e dell'ordine pubblico, ambedue cavalli di battaglia di Vox in campagna elettorale.

Stando a questi rilevamenti, tra il 35 e il 40% delle donne consultate alla vigilia del voto si era detto intenzionato a votare i socialisti o Sumar, mentre tra il 27 e il 31% aveva mostrato preferenza per Partito Popolare o Vox.

Anche tra i giovani le opzioni di centrosinistra appaiono come quelle meglio recepite: nella fascia d'età 18-34 anni, il partito di Pedro Sánchez e quello di Yolanda Díaz superano destra tradizionale e ultraconservatori di circa 3-6 punti percentuali. Quello dei giovanissimi è però bacino elettorale preferenziale per Vox: tra gli elettori di età compresa tra 18 e 24 anni il partito dell'estrema destra ottiene quote di consenso che oscillano tra il 12 e il 13%, maggiori rispetto ad altre fasce d'età.

Infine interessante notare come, al di là del conteggio dei seggi, emerga un Paese esattamente spaccato quasi esattamente a metà.

In una sostanziale parità, si tornerà alle urne?

Da Madrid, le voci sono contrastanti: da una parte si proverà a formare un possibile governo così come emerso dai risultati delle urne, dall'altra si rischia di tornare a votare a dicembre.

 

Fonte foto: Facebook Santiago Abscal e pagina Facebook Pedro Sanchez

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