Tu sei qui: PoliticaSolo l'8,5% delle imprese occidentali in fuga dalla Russia secondo uno studio dell'Università di San Gallo
Inserito da (Redazione Nazionale), giovedì 19 gennaio 2023 21:00:38
di Norman di Lieto
Non c'è stata la grande fuga da Mosca e dalla Russia da parte delle imprese occidentali: è quanto emerge da uno studio svizzero pubblicato dal Moscow Times.
Quindi le sanzioni economiche contro la Russia non avrebbero causato quell'esodo che ci si attendeva da parte delle imprese straniere che avrebbero dovuto abbandonare in fretta e furia il mercato russo.
I numeri raccontano altro: infatti solo l'8,5% delle aziende occidentali hanno deciso di chiudere le loro attività in Russia, secondo quanto risulta da uno studio realizzato in Svizzera.
"Quanto emerge contrasta con la narrazione secondo la quale sarebbe in atto un vasto esodo di società occidentali", sottolinea in un comunicato l'università di San Gallo, che ha curato la ricerca insieme con l'istituto Imd di Losanna.
Secondo lo studio, ripreso dal quotidiano Moscow Times, quando Mosca ha lanciato la sua operazione 1.404 società dell'Unione europea e dei Paesi del G7 avevano 2.405 controllate attive in Russia. Alla fine di novembre soltanto 120 di queste società (l'8,5% appunto) aveva chiuso almeno una controllata in Russia. La maggioranza di coloro che se ne sono andati sono americani, ma chiudendo comunque meno del 18% delle loro controllate. Seguono il Giappone con il 15% e l'Unione europea, con solo l'8,3%.
I risultati, sottolinea l'università di San Gallo, mettono in dubbio la disponibilità delle aziende occidentali a seguire le scelte politiche dei loro governi, in particolare separando i loro destini da quelli di economie di Paesi ritenuti rivali geopolitici.
La ricerca svizzera fotografa la situazione alla fine del novembre scorso mentre in quello stesso mese un rapporto dell'agenzia di consulting NF Group, ripreso dal quotidiano economico russo Vedomosti, evidenziava che soprattutto molti brand stranieri della moda erano ancora attivi nel Paese, con al primo posto quelli statunitensi, seguiti dagli italiani e dai francesi.
I negozi di abbigliamento e accessori di importanti produttori occidentali continuano dunque ad operare, nelle vie più eleganti di Mosca e altre città e nei centri commerciali, in molti casi rimediando al blocco delle esportazioni dirette con quelle parallele o le triangolazioni con altri Paesi.
Fonte foto: Foto diOleg ShakurovdaPixabay e Foto diSvetlanadaPixabay
rank: 10842108
Non intende fermarsi il 'pugno duro' del regime di Teheran: una coppia iraniana di vent'anni è stata condannata a 10 anni di detenzione dopo aver pubblicato un video in cui ballava per strada, vicino alla Torre Azadi di Teheran. Astiazh Haqiqi, 21 anni, e il suo fidanzato Amir Mohammad Ahmadi, 22 anni,...
Si celebra oggi il terzo anniversario dell'entrata in vigore il 31 gennaio 2020 dell'accordo di divorzio dall'Ue, la 'Brexit'. Accordo "di recesso", che - dopo lunghi negoziati e la ratifica dei Parlamenti - suggellò con un taglio alquanto netto l'accidentato percorso di sganciamento di Londra all'Europa....
C'è stato un aumento fin troppo positivo, diciamo così, nel numero di tesserati del Pd, in Campania? "Nelle ultime ore ci sono arrivate notizie di un tesseramento un po' 'dilatato' in Campania, quindi vogliamo vedere con chiarezza se c'è stata la massima trasparenza. Questo è un congresso importante,...
Un silenzio assordante ma che ora diventa sempre più inconcepibile: da una parte si 'tiene duro' per mantenere il regime del 41 bis a cui anche l'anarchico Alfredo Cospito è sottoposto e contro il quale, lo stesso detenuto è in sciopero della fame da 100 giorni con il suo difensore che ha chiesto la...
Abbiamo notato che stai usando uno strumento che blocca gli annunci pubblicitari.
La pubblicità ci permette di offrirti ogni giorno un servizio di qualità.
Per supportarci disattiva l'AdBlock che stai utilizzando.