Tu sei qui: PoliticaRimini, Meloni al Congresso Cgil. FdI: "Evento storico"
Inserito da (Redazione Nazionale), venerdì 17 marzo 2023 19:26:15
di Norman di Lieto
No, non tutti erano d'accordo all'interno del pala Congressi di Rimini dove si sta svolgendo in questi giorni il congresso nazionale della Cgil e che ha visto oggi la partecipazione - storica - della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
Non è storica in sé la presenza di un capo dell'Esecutivo ad un Congresso della Cgil, bensì la presenza di una leader politica di destra con le divergenze sui grandi temi in discussione che si sono viste tutte durante il discorso della presidente del Consiglio.
Sono trascorsi 27 anni e passati ben 15 governi dall'intervento di un premier all'assemblea della Cgil: l'ultimo è stato Romano Prodi nel 1996.
Tasse, salario minimo, Reddito di cittadinanza: distanza netta tra governo e sindacato sulle politiche per il lavoro.
Sul salario minimo Meloni ribadisce il suo no alla sua introduzione per legge, la soluzione piuttosto è quella di estendere i contratti collettivi e combattere i contratti pirata, contrastare il lavoro irregolare e andare avanti sul taglio del cuneo.
Sul reddito di cittadinanza, Landini aveva chiesto:
"Cosa hanno fatto di male i poveri a Meloni?", dal palco la premier risponde, ribadendo di ritenerla una misure "sbagliata" e assicurando di voler tutelare chi non può lavorare, ma per chi può "la soluzione è creare posti e inserirle in corsi di formazione anche retribuiti".
Perché, scandisce, "la povertà non si abolisce per decreto".
Meloni punge e sfida, ma tende anche la mano.
Lo fa ricordando Marco Biagi -il sindacalista bolognese ucciso per mano delle Br a pochi passi dal portone di casa-, condannando con forza l'assalto alla sede nazionale della Cgil di militanti di estrema destra, citando il segretario Landini e dicendosi più volte d'accordo con lui.
Quanto al focus del suo intervento, Meloni tocca tutti i temi più a cuore del sindacato. Senza fare sconti.
"I salari sono bloccati da 30 anni - ricorda - dato scioccante perché l'Italia ha salari più bassi di prima del '90 quando non c'erano ancora i telefonini. In Germania e Francia sono saliti anche del 30%. Significa che le soluzioni individuate sinora non sono andate bene e che bisogna immaginare una strada nuova che è quella di puntare tutto sulla crescita economica, perché sono le aziende a creare ricchezza; allo Stato tocca il dovere di crea le regole, la povertà non si abolisce con i decreti", dice ricordando il via libera al reddito di cittadinanza e l'esultanza dei grillini al balcone di Palazzo Chigi.
Invoca più volte il cambio di passo, un'inversione di rotta per un Paese troppo a lungo fermo. Con una accelerazione che, a suo dire, passa anche da un "riforma presidenzialista", una delle "più potenti misure di sviluppo che possiamo immaginare". Nonché da una politica che rimetta al centro la famiglia. "Stiamo affrontando la glaciazione demografica - rimarca - per affrontare questo problema, penso che la sfida sia quella di un piano economico e culturale, imponente, per rilanciare la centralità della famiglia". Partendo "dal sostegno al lavoro femminile, agli incentivi a chi assume donne e neo mamme, con strumenti di conciliazione casa-lavoro e una tassazione che torni a tenere conto alla composizione del nucleo familiare".
FONTE FOTO: Pagina facebook Cgil
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