Tu sei qui: Musica, Cinema e TeatroMilano, folla ai funerali per l'ultimo saluto a Toto Cutugno. Pupo: "Pochi vip, solo io e Morandi"
Inserito da (Redazione Nazionale), giovedì 24 agosto 2023 21:40:22
Se n'è andato così salutato più dalla gente comune che l'ho amato, rispetto a quel mondo che non l'ha mai riconosciuto - forse - come uno di loro, dell'élite dei grandi cantautori.
A sottolinearlo, senza giri di parole, è stato Pupo: "Pochi vip, ci siamo solo io e te" dice rivolgendosi a Gianni Morandi che di rimando, gli risponde da par suo: "Io non mi sento vip".
Torniamo alla gente, alla folla che lo ha abbracciato e che, spontaneamente, ha cantato la sua canzone più celebre: "L'Italiano" conosciuta all'estero e che Cutugno aveva 'infiocchettato' per Celentano che rifiutò.
A salutarlo oltre a Gianni Morandi e a Pupo, c'erano anche: Mario Lavezzi, Peppe Vessicchio, Ivana Spagna, Fausto Leali, Matia Bazar, Piero Cassano e Davide De Marinis. M
Nella splendida basilica dei Santi Nereo e Achilleo, in viale Argonne, il quartiere dove Cutugno abitava, la gente comune s'è stretta attorno a lui per rivolgergli l'ultimo ed affettuoso saluto.
"Siamo più di quanti ci aspettavamo" ammette il parroco don Gianluigi Panzeri.
Già un'ora prima il piazzale si riempie di persone in attesa, sotto il sole, ad una temperatura che a Milano da giorni oscilla tra i 35 e i 40 gradi con decine i giornalisti, fotografi, operatori a seguire il funerale anche per testate estere, come El Diario de Hoy di El Salvador.
D'altronde, il successo di Cutugno è andato oltre i confini dell'Italia.
Alle 11 quando il feretro entra nel cortile parte un applauso e subito dopo spontaneamente il coro '.. sono un italiano'.
La moglie Carla e il figlio Nicola si stringono in un abbraccio. Don Gianluigi ricorda soprattutto il parrocchiano Cutugno che proprio in questa basilica si sposò nel 1971 e dove tornava quando poteva "perché aveva tanti impegni che lo portavano in giro per il mondo".
Un "uomo umile, di fede, semplice che alla fine degli anni '70 aveva chiesto di poter suonare l'organo della basilica, lo stesso che sentite suonare adesso".
Alla fine della cerimonia Gianni Morandi sottolinea il "rispetto" per l'interprete e per l'autore:
"che ha scritto una delle tre, quattro canzoni italiane più famose al mondo, e non solo questo". "C'è sempre stato un rispetto reciproco e un'amicizia che si è cementata negli anni in cui abbiamo fatto Sanremo insieme - aggiunge -, anche se eravamo in competizione".
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