Tu sei qui: TecnologiaLa Polizia di Stato lancia un importante avvertimento: “Fate attenzione alle chat dei vostri figli”
Inserito da (admin), mercoledì 18 gennaio 2017 12:22:15
Fino a poco più di 10 anni fa, i giovani adolescenti passavano ore interminabili al telefono a parlare con i propri coetanei dei loro problemi, dei primi innamoramenti e conseguenti delusioni, pianti e risatine che celavano una fase di crescita impegnativa che, però, si svolgeva nella vita reale. Oggi tutto ciò non accade più. La messaggistica istantanea si è imposta ormai come nuova forma di comunicazione tra i ragazzi, trasferendo al mondo virtuale una fetta considerevole di quelle che un tempo erano le relazioni sociali e che, adesso, sono appellate come "social". Attraverso le chat, alcune anche nei videogiochi, gli sms e le App di aggregazione i giovani hanno considerevolmente ampliato la cerchia delle loro conoscenze; se a questo, però, aggiungiamo che l’età in cui vengono utilizzati tablet, smartphone e pc si è considerevolmente abbassata, si intuisce da subito come possano facilmente cadere nella trappola di qualche male intenzionato o, peggio ancora, di un pedofilo. [caption] L'immagine del profilo della pagina "una vita da social" della Polizia delle Comunicazioni[/caption] Il primo passo da compiere è spiegare ai ragazzi la mancanza di un’identità certa negli utenti delle chat: alcune persone, infatti, sfruttando l’anonimato offerto dalla rete, si presentano nelle conversazioni con identità, sesso o età diversa da quella reale. Ragion per cui sconsigliate ai vostri figli di fornire dati personali (nome, cognome, età, indirizzo, numero di telefono, orari e nome della scuola frequentata), di inviare foto o video, di compilare moduli on-line senza prima avervi consultato, di rispondere a messaggi o e-mail volgari, offensivi o pericolosi e, soprattutto, di incontrare dal vivo utenti conosciuti in rete. Controllo, quindi, è la parola d’ordine per i genitori. Un controllo non oppressivo ed onnipresente, per evitare di interferire troppo con la bussola delle esperienze di un adolescente, ma vigile. La Polizia di Stato consiglia, infatti, di collocare il computer in una stanza di accesso comune, di leggere insieme le mail e gli allegati, di controllare la cronologia delle navigazioni su internet e, magari, applicare un filtro per evitare l’accesso a siti web poco appropriati. Se da un lato c’è chi potrebbe considerare un controllo di questo tipo da parte del genitore una chiara violazione della privacy del proprio figlio, dall’altro c’è l’inesperienza, l’immaturità e l’ingenuità di un adolescente, magari poco più che bambino, che potrebbe facilmente cadere nella rete di pedofili, adulti con cattive intenzioni o cyber-bulli e, a questo punto, il problema non sarà più solo virtuale ma reale, perché incide sulla crescita emotiva e psico-fisica dei propri figli.
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