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Storia e Storie

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Processo Ponte Morandi di Genova, sentenza non prima del 2024

Quasi 170 testimoni dell'accusa sentiti in 84 udienze spalmate in poco meno di 12 mesi. Il crollo avvenne il 14 agosto del 2018: lo straziante ricordo di una vedova

Inserito da (Redazione Nazionale), sabato 12 agosto 2023 19:54:02

Una ferita aperta che fa ancora male: il crollo del Ponte Morandi di Genova il 14 agosto del 2018 lascia ancora nei ricordi e nei cuori dei genovesi e di tutti gli italiani grande dolore per le 43 vittime del disastro.

Sono quasi 170 i testimoni dell'accusa sentiti in 84 udienze spalmate in poco meno di 12 mesi: queti i numeri del processo per il crollo del ponte Morandi, a 1 anno dal suo inizio.

Il processo principale vede 58 persone imputate tra ex dirigenti e tecnici di Autostrade e di Spea (l'ex controllata che si occupava di manutenzioni), funzionari del ministero delle Infrastrutture e del Provveditorato delle opere pubbliche della Liguria.

Le due società sono uscite patteggiando un risarcimento di quasi 30 milioni.

Secondo l'accusa il ponte è crollato perché per decenni si è risparmiato sulle manutenzioni in modo tale da poter distribuire maggiori dividendi ai soci.

In questi mesi sono state ascoltate le drammatiche testimonianze dei sopravvissuti, i rilievi tecnici dei periti che hanno accertato le cause del collasso, le parole degli ex vertici di Atlantia (dirompenti le dichiarazioni dell'ex Ad Gianni Mion che ha confermato che nel 2010 si parlò di "rischio crollo" per il viadotto in una riunione coi vertici di Aspi) ed Edizione, rispettivamente la holding e la cassaforte della famiglia Benetton, ma anche gli ex ministri come Graziano Delrio (attaccato duramente dalla ex moglie di una delle vittime dopo la deposizione) e Antonio Di Pietro.

In autunno inizieranno gli esami degli imputati.

Sono una ventina quelli che si sottoporranno alle domande: tra questi anche l'ex Ad di Aspi Giovanni Castellucci. Alcuni rilasceranno solo spontanee dichiarazioni. Dopo di che sarà la volta dei testimoni delle difese. E sempre in autunno potrebbe iniziare l'udienza preliminare per il filone bis che vede imputate 47 persone, la maggior parte le stesse del processo principale.

Intanto, in una lettera aperta Giovanna Donato, l'ex moglie di Andrea Cerulli, portuale di 47 anni, una delle 43 vittime del crollo ricorda i cinque anni passati vicino al figlio Cesare che a 9 anni perse il papà. E constata, amaramente, cosa non è stato ancora fatto, senza mai smettere di chiedere di fare luce su cosa sia successo quel giorno..

"Cinque anni è un tempo lunghissimo. In cinque anni il processo è ancora in corso, iniziato da appena un anno - lo sfogo della donna - le due società responsabili hanno avuto il tempo di patteggiare e di uscire dal processo, e non è stata fatta ancora giustizia, in questo tempo sono cambiati tanti governi, tante parole, tante promesse ma nessuno si è preso la responsabilità di quanto accaduto". E, ancora, "in cinque anni si è riusciti a non togliere la revoca alla concessionaria colpevole ma a liquidarla profumatamente, non c'è ancora un memoriale né rinascita di un quartiere prima abbandonato e dopo straziato dalla tragedia; l'informazione pubblica ha dimenticato la vergogna di questa tragedia nazionale rendendola invisibile agli occhi di tutti gli italiani. La città di Genova ha avuti grossi finanziamenti per la tragedia investi in opere discutibili. Un disegno di legge richiesto per la tutela di tutti i cittadini è ancora fermo quando ogni giorno vengono fatte leggi a discapito dei cittadini".

Giovanna Donato non ha mai smesso di chiedere giustizia e ha sempre puntato il dito contro uno "Stato che avrebbe dovuto controllare e proteggere quel ponte".

A fine giugno aveva affrontato a muso duro, dopo la deposizione in tribunale, l'ex ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio.

"Se lo aspettava il crollo? E' rimasto sorpreso? - gli aveva domandato - Io non ho capito bene il suo ruolo e il suo lavoro al ministero".

"Cinque anni - l'amara conclusione affidata alla lettera - sono davvero un tempo lunghissimo soprattutto per una mamma che da sola deve crescere il proprio figlio. Ma nonostante siano passati cinque lunghi anni il ricordo di quel 14 agosto, la corsa alle notizie, il telefono spento di Andrea, le preghiere, quella telefonata, le lacrime soffocate, quel viaggio in aereo verso la drammatica verità, l'urlo di Cesare...quel ricordo annulla i cinque lunghi anni trascorsi perché vive in me, in tutti noi, ogni giorno!

 

Fonte foto: Foto dimattiarainieri0daPixabay e Foto dimattiarainieri0daPixabay

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