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Storia e Storie

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9 Maggio 1978, 45 anni dalla morte di Aldo Moro e Peppino Impastato

La celebrazione di un anniversario, il quarantacinquesimo, che accomuna la scomparsa dello statista democristiano e del giornalista e conduttore radiofonico antimafia

Inserito da (Redazione Nazionale), martedì 9 maggio 2023 20:43:39

Oggi è giorno di doppia celebrazione: da una parte Aldo Moro, dall'altra Peppino Impastato.

"La democrazia si nutre di tolleranza, pazienza, confronto e rispetto". A sottolinearlo, nel suo intervento in occasione dell'anniversario della morte di Aldo Moro, che è diventato il "Giorno della Memoria" per le vittime del terrorismo, è il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Il Capo dello Stato osserva come quella della tolleranza e del rispetto possa "sembrare a taluno una strada lunga e faticosa", ma che in realtà "è l'unica di progresso della convivenza", "l'unica capace di ottenere e mantenere nel tempo pace, serenità, benessere e diritti a tutti i cittadini", perché "l'odio e la violenza - assicura - costituiscono il percorso dei regimi autoritari e rappresentano il fallimento dell'umanità".

Mattarella ha cominciato la giornata deponendo una corona di fiori in via Caetani in ricordo dell'assassinio di Moro, che ha definito come "un uomo pervaso dall'amore e dal rispetto per la democrazia e per lo Stato, animato da spirito di libertà e di solidarietà", chiede che si arrivi alla verità soprattutto sulle "gravi deviazioni compiute da elementi dello Stato". Perché in Italia, afferma, ci sono stati "troppi episodi di sangue che hanno ferito una giovane Repubblica". Ci sono state stragi "talvolta compiute con la complicità di uomini da cui lo Stato e i cittadini avrebbero dovuto ricevere difesa" e c'è stata "la violenza politica, tra giovani di opposte fazioni che respiravano l'aria avvelenata di uno scontro ideologico". Una guerra che lo Stato, incalza Mattarella, vinse "sul terreno della legalità costituzionale senza mai cedere alle sirene di chi proponeva soluzioni drastiche, da regime autoritario". Una guerra vinta dal popolo italiano che, "memore dei disastri della guerra, ha rifiutato con decisione l'uso della violenza come arma per la lotta politica".

A ricordare invece la figura di Peppino Impastato è stato oggi il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla:

 

"A 45 anni dalla sua scomparsa, la figura del giornalista e attivista Peppino Impastato continua a rappresentare un simbolo e un esempio di ribellione e lotta ai condizionamenti della mafia. Ha portato avanti una rivoluzione culturale, parlando apertamente di mafia in un territorio in cui c'era paura anche solo a nominarla.

Il mio pensiero oggi va a Peppino Impastato e ai suoi familiari che, dopo la sua uccisione, non si sono mai stancati di lottare per trovare la verità su quell'agguato mafioso di 45 anni fa".

 

Fonte foto: Instagram e Flickr.com

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