Tu sei qui: PoliticaUn giorno in Provveditorato: uno sguardo sulla vita degli insegnanti precari
Inserito da (admin), mercoledì 9 agosto 2017 20:39:37
Ogni anno ormai si è ripetuta la stessa tragica storia che ogni insegnante conosce molto bene. Il 5 agosto nel Provveditorato di Salerno si sono tenute le convocazioni per la stipulazione dei contratti a tempo indeterminato, quelle che in gergo sono conosciute come immissioni in ruolo, rivolte ai professori delle scuole secondarie di I e II grado. I professori conoscono molto bene questo momento, una vera e propria lotteria che decide quale sarà il loro futuro come lavoratori, e ognuno spera di venire baciato dalla Fortuna. Stando al calendario le convocazioni sarebbero dovute avvenire alle 8.30 di quel fatidico giorno, ma fino alle 9.30 non è accaduto nulla, suscitando reazioni di sconforto tra i presenti. A quel punto il provveditore iniziò a dare indicazioni su come orientarsi, quest'anno infatti occorre basarsi su ambiti e curricula da inviare. Siccome non vi era un microfono o simili per amplificare la voce del funzionario, pochi riuscivano a capire e le informazioni venivano passate alle file posteriori tramite cellulare. Il tempo passava, il palazzo si riempiva, la colpa veniva affibbiata al Provveditorato di Napoli che era in ritardo nel comunicare la disponibilità residua, e le operazioni andavano necessariamente terminate quel giorno, non erano possibili rinvii. Pertanto i presenti erano costretti ad ammassarsi al primo piano dell'edificio, con le finestre bloccate da grate di ferro ed il caldo soffocante che avvolgeva ogni cosa. Il secondo piano non era accessibile perché, stando alle voci, il ballatoio non poteva reggere il peso di tutti i presenti. La situazione sembrava quasi quella di una prigione piena di detenuti in attesa di essere assegnati alla propria cella, cosa che forse non era troppo lontana dalla realtà. Finalmente alle 11.30 la situazione sembrava essersi sbloccata, ma si erano presentati ulteriori imprevisti, i presenti, colti nuovamente colti dall'ansia e dall'apprensione, erano ancora incerti su quali sarebbero stati gli sviluppi. Nessun aggiornamento dai piani alti, la macchinetta del caffè era guasta, quella dell'acqua a secco, intorno alle 13.00 il caldo era diventato insostenibile. Fortunatamente a quel punto i tecnici raggiunsero l'edificio e ripararono le macchine distributrici di bevande, portando un po' di sollievo ai tapini intrappolati in quel girone infernale. Finalmente dal ballatoio del secondo piano cominciarono ad essere annunciati i nominativi di coloro che potevano salire, le operazioni riprendevano, i nervi erano sempre tesi, i presenti si scambiavano opinioni e discutevano del più e del meno, c'era chi fumava, chi beveva l'ennesimo caffè. Con il passare del tempo molti iniziavano a parlare degli ambiti, facevano supposizioni di ogni tipo, pensavano all'impensabile, aggrappandosi ad ogni piccola speranza. Alla fine le convocazioni si sono chiuse intorno alle 16.30, tra la gioia dei pochi entrati di ruolo e l'immensa frustrazione di quelli che non hanno ottenuto nulla; bloccati per quasi mezza giornata in un edificio bollente ed inospitale, sono infine tornati mestamente alle loro abitazioni, con la coda tra le gambe. Questa è la Buona Scuola.
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