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Politica

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Terzo mandato, maggioranza si spacca. Salvini: "Nessun problema"

Da sempre una 'battaglia' politica della Lega, ma gli altri componenti della maggioranza, con FdI in primis, la bocciano. Il Pd, al momento si dice contrario, ma i suoi amministratori 'mugugnano'

Inserito da (Redazione Nazionale), venerdì 23 febbraio 2024 19:40:08

di Norman di Lieto

Il terzo mandato divide la maggioranza: uno dei 'manifesti politici' della Lega (loro l'emendamento Zaia) ha visto spaccarsi la maggioranza di centrodestra.

Se da una parte, come detto, è il Carroccio a volerlo fortemente, dall'altra gli alleati sembrano decisamente più tiepidi: in primis, il partito di Giorgia Meloni.

Il partito democratico dal canto suo, chiude momentaneamente le porte per evitare di 'regalare' un'ancora di salvataggio alla maggioranza ma sulla crisi all'interno del centrodestra sono gli stessi leader della coalizione a gettare acqua sul fuoco.

Il ministro Matteo Salvini:

"Decide liberamente il Parlamento, non c'è nessun problema di maggioranza e di Governo e abbiamo altri quattro anni davanti per aiutare gli italiani a lavorare di più e a stare meglio - commenta il leader della Lega -. Sicuramente ci sono posizioni diverse, anche all'interno del Pd, che poi la pensa in maniera diversa.

Secondo me è democratico che se uno si trova un buon sindaco, un buon governatore lo possa riscegliere, lo possa rivotare ed è un errore secondo me dopo due mandati pensionare bravi sindaci e bravi governatori. Noi parlamentari ad esempio non abbiamo un limite dei mandati - conclude -. Detto questo, voterà il Parlamento e arriverà in Aula. Le mie preoccupazioni sono portare strade, autostrade e ferrovie in Sardegna e in Italia. Poi sui mandati deciderà il Parlamento".

Il tema però è un altro: la spaccatura non è - come detto - solo nella maggioranza ma anche nello stesso Pd che però devono affrontare lo stesso problema: la fronda interna dei loro stessi amministratori che polemizzano sulla scelta di non procedere con il via libera al terzo mandato.

Sono 'trasversali' sia in area centrodestra che dello stesso Pd: Toti, governatore della Liguria, Fedriga, governatore Friuli Venezia Giulia, lo stesso Zaia (da cui prende il nome l'emendamento della Lega) e nel Pd, con De Luca, governatore della Campania ed Emiliano che guida la Puglia.

Non solo governatori: anche gli stessi sindaci delle grandi Città, su tutti Dario Nardella, sindaco di Firenze e Decaro, sindaco di Bari.

Partendo dalla Campania, il governatore De Luca ci ha tenuto a ribadire nel suo videomessaggio facebook del venerdì.

"Tra le tante stupidaggini di questi giorni c'è anche il dibattito sul terzo mandato. Volevo chiarire che la Campania è totalmente indifferente, il terzo mandato lo può fare tranquillamente non avendo recepito la legge nazionale sui due mandati. Ecco perché assistiamo da osservatori a questo bel dibattito totalmente demenziale. La sostanza del dibattito - ha osservato De Luca - è che tutti i nominati che sono nelle aule parlamentari hanno paura del voto libero dei cittadini, é sconcertante. Se uno è un imbecille e se ne deve andare lo devono decidere i cittadini".
"Siamo completamente indifferenti a questa discussione - ha ribadito De Luca - spettatori indifferenti, siamo in fase Zen, ci limitiamo solo a rilevare che tra le tante idiozie di questo Paese c'è anche questa sul terzo mandato, cioè sul diritto dei cittadini a votare".

Rimanendo in area Pd, anche il governatore della Puglia, Emiliano non è da meno:

"In Regione Puglia il problema del terzo mandato non esiste. Noi non abbiamo limiti di mandato, in teoria il presidente si può ricandidare 100 volte. La questione era di natura politica, sulla opportunità di un terzo mandato. Vedo che sia l'Anci che la conferenza delle regioni, hanno preso una posizione favorevole al terzo mandato".

Molto critico anche il governatore della Liguria, Toti:

"C'è un tema che sfugge al dibattito concentrato sulle spaccature tra le forze politiche: la spaccatura tra la politica romana e quella della periferia del Paese, una divaricazione tra centro e periferia molto pericolosa che sfiora lo scontro istituzionale visti i ricorsi che molti stanno ventilando.

Spero che Fratelli d'Italia e Giorgia Meloni facciano una riflessione, sono sempre stati un partito favorevole alle preferenze, al consenso, se l'è cercato casa per casa.

Io non vorrei che qualcuno facesse male i conti, utilizzando questo limite del terzo mandato a proprio vantaggio tattico alle prossime elezioni - sottolinea il governatore della Liguria - E' vero che oggi ci sono partiti che hanno consenso e altri che ne hanno meno, ma è anche vero che i territori esprimono liste civiche, personalità politiche che nel voto locale incidono più dei partiti.

Basti pensare alla Lista Zaia in Veneto, o la mia lista qui o quella di Bonaccini in Emilia Romagna.

Quindi non vorrei che poi si creasse un quadro normativo a vantaggio di qualcuno e poi quel vantaggio neppure ci fosse''.

Il presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga, dichiara:

"Mi sento di propiziare un coinvolgimento delle Regioni nel processo decisionale sul terzo mandato perché mi sembrerebbe profondamente scorretto decidere sull'organizzazione istituzionale e democratica delle Regioni senza le Regioni.

Ci auguriamo che si ascolti anche chi è direttamente coinvolto perché mi sembrerebbe alquanto particolare che si limitasse a un dibattito tra parlamentari".

Luca Zaia, presidente regione Veneto:

"Trovo strano che ci siano persone che votano a favore del blocco del terzo mandato dei sindaci e dei presidenti di Regione, che sono eletti direttamente dal popolo, e poi ci sono alcune persone che sono da quattro o cinque legislature in Parlamento.

Siccome qualcuno ha detto che il Parlamento è sovrano - ha aggiunto il governatore -vedremo quanta sovranità saprà esprimere. Ma soprattutto la sua sovranità dovrà essere rispettosa di quella popolare", ha concluso.

La ministra per Riforme istituzionali Maria Elisabetta Casellati spegne le polemiche:

"Tutti dicono che il Parlamento è sovrano. Il Parlamento è sovrano e ha deciso questo".

 

FONTE FOTO: pagina FB Matteo Salvini e pagina FB Giovanni Toti

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