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Inserito da (Redazione Nazionale), sabato 30 settembre 2023 20:41:30
Dopo la decisione del governo di far pagare 5mila Euro ai migranti come sorta di cauzione per evitare i Cpr (centri di permanenza per i rimpatri) oggi tre migranti tunisini hanno lasciato il centro per il rimpatrio di Pozzallo su decisione del tribunale di Catania, che solleva dubbi nei confronti delle recenti misure dell'esecutivo a guida Meloni.
La cauzione di cinquemila euro secondo il giudice è illegittima e va a scontrarsi con la normativa dell'Unione europea oltre ad essere incostituzionale.
È sufficiente per alimentare la tensione e rinnovare polemiche tra esponenti della maggioranza di governo e la magistratura.
Il ministro Matteo Salvini, riportando su X le motivazioni addotte dal giudice, conclude che "serve una profonda riforma della giustizia" mentre la deputata di Fratelli d'Italia, Sara Kelany, responsabile del dipartimento immigrazione del partito, bolla come "decisioni politiche e ideologiche" le mancate convalide di trattenimento.
A rispondere è il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia, sottolinea:
"Noi non partecipano all'indirizzo politico e governativo, facciamo giurisdizione. È fisiologico che ci possano essere provvedimenti dei giudici che vanno contro alcuni progetti e programmi di governo. E questo non deve essere vissuto come una interferenza, questa è la democrazia".
A difendere il provvedimento del giudice etneo l'opposizione con i Radicali ("ha fermato l'escalation razzista"), il leader di Si Fratoianni (il governo è contro la legge), il deputato del Pd Mauri ("una decisione solida"), il parlamentare di M5S Colucci e il deputato di Avs Bonelli.
La vicenda rischia di mettere in discussione, stando ai rilievi del giudice, i recenti provvedimenti del governo e lo stesso decreto Cutro.
Intanto nuovi centri come quello inaugurato a Pozzallo sono comunque già in allestimento, destinati a questo tipo di misura.
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