Tu sei qui: PoliticaMattarella: "Troppi giovani cercano lavoro all'estero, per la povertà delle offerte retributive"
Inserito da (Redazione Nazionale), venerdì 15 settembre 2023 22:22:41
Confindustria cerca una nuova guida, possibilmente un nome che si identifichi con un grande imprenditore a capo di una grande industria italiana: questo sembra essere l'identikit della nuova figura che vorrebbe l'associazione degli imprenditori per il passaggio di consegne con l'uscente Carlo Bonomi.
È proprio Carlo Bonomi che nel suo discorso all'assemblea parla di salario minimo su cui la politica si divide: da una parte opposizioni a volerlo, dall'altra il governo più scettico.
"Il salario minimo non è la risposta al lavoro povero. La via è la contrattazione e la lotta agli accordi al ribasso. In un mercato che, per garantire effettivamente il diritto al lavoro, richiede una correzione di rotta offrendo intanto più opportunità ai giovani e alle donne".
Su questi temi su cui si sofferma anche il capo dello Stato, Sergio Mattarella. A partire dai giovani:
"Troppi cercano lavoro all'estero, per la povertà delle offerte retributive disponibili", dice rivolgendosi alle imprese. E non manca di tornare sul dramma delle morti sul lavoro: il tema della sicurezza "interpella, prima di ogni altra cosa, la coscienza di ciascuno", afferma richiamando tutti al rispetto delle regole.
Tornando poi alla discussione che da mesi anima il dibattito politico e sindacale, sull'opportunità o meno di un salario minimo per legge, che Bonomi chiarisce una volta per tutte che Confindustria resta convinta che "la mera introduzione di un salario minimo legale, non accompagnata da un insieme di misure volte a valorizzare la rappresentanza, non risolverebbe né la grande questione del lavoro povero, né la piaga del dumping contrattuale, né darebbe maggior forza alla contrattazione collettiva". E richiamando la Costituzione punta piuttosto sulla necessità di garantire un "salario giusto". Attraverso la contrattazione. Via sostenuta anche dal governo.
I sindacati (Cgil e Uil) insieme alle opposizioni non sono d'accordo e puntano sul salario minimo.
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