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Politica

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Governo, che cosa ha detto oggi Meloni in conferenza stampa

Dall'intelligenza artificiale, alla legge bavaglio dei giornalisti passando per il caso Pozzolo. E ancora:  dal Mes alle commesse Anas, dal presidenzialismo alla manovra fino alle europee

Inserito da (Redazione Nazionale), giovedì 4 gennaio 2024 21:53:10

di Norman di Lieto

Una Conferenza stampa di fine anno, spostata al 4 gennaio per i problemi di salute (per l'influenza e gli otoliti) che ha dovuto affrontare la premier nei giorni scorsi e che ha visto oggi a Palazzo Chigi, diversi giornalisti porre diverse domande a Giorgia Meloni.

Un domanda e risposta durato quasi 3 ore e che è stato interrotto da un 'siparietto':

"Signori devo andare in bagno, non so come fare, giuro vorrei farcela per altre tre domande ...Posso un secondo? Che devo fare, scusatemi".

Dal Mes alle commesse Anas, dal presidenzialismo alla manovra e alle europee, da Draghi e Amato all'Ucraina e al Medio Oriente.

Ma un tema di cui si discute ancora poco, con i relativi impatti, sul mondo del lavoro, anche a livelli 'medio-alti, è quello dell'intelligenza artificiale:

"Sono particolarmente preoccupata dell'impatto dell'intelligenza artificiale su vari livelli, in particolare sul mercato del lavoro. Ci troviamo di fronte a una rivoluzione, l'intelletto rischia di essere sostituito e l'impatto riguarda anche lavori di alto profilo, rischiamo un impatto devastante.

Organizzeremo un focus preciso sull'intelligenza artificiale al G7, ma prima sto lavorando a una iniziativa specifica sull'impatto dell'Ia sul mercato del lavoro", ha spiegato la premier.

Ma la domanda che tutti attendevano non arriva nell'immediato, ma dopo un'ora buona di conferenza stampa: si tratta della quindicesima posta dal giornalista di Fanpage, sul caso Pozzolo.

È una vicenda che sin dall'inizio ha visto la premier 'innervosita' e non poco da quell'episodio incredibile per cui il deputato di Fratelli d'Italia è stato indagato dalla procura di Biella che ha attirato l'attenzione persino della stampa internazionale.

Meloni risponde così:

"La questione è che chiunque detenga un'arma ha il dovere legale e morale di custodirla con serietà e responsabilità, e per questo c'è un problema con quello che è accaduto.

Qualcuno non è stato responsabile, e questo è chi detiene l'arma: questo per me non va bene per un italiano qualunque, per un deputato e figuriamoci per un deputato di Fratelli d'Italia.

Per questo, ho chiesto che Pozzolo venga deferito alla commissione garanzia dei probiviri di Fdi e che nelle more del giudizio venga sospeso da Fdi.

È quello che posso fare sul piano statutario".

La premier difende la struttura del suo partito, ma non è disposta a pagare per topiche di altri:

"C'è sempre qualcuno che può fare errori e cose sbagliate ma - mette in chiaro - non sono disposta a fare questa vita, con la responsabilità che ho sulle spalle se le persone che sono accanto a me non capiscono questa responsabilità. Non accade spesso ma per come affronto io e le persone a me vicine, vale la pena ricordare che questa responsabilità vale per tutti. E su questo intendo essere rigida".

L'altra domanda, spinosa, riguarda il caso Salvini, con il ministro dei Trasporti chiamato in causa per gli appalti Anas e l'inchiesta che chiama, a sua volta in causa Tommaso Verdini, figlio di Denis e fratello della compagna del segretario della Lega:

"Attendiamo gli sviluppi dell'inchiesta e non commentiamo teoremi", dice la premier.

Poi c'è il capitolo europee con il 'rischio' di candidature a capolista dei 3 segretari dei rispettivi partiti nella maggioranza di governo: Meloni, Tajani, Salvini.

Meloni non chiude la porta alla possibile candidatura da parte sua, anche se parlerà prima con Tajani e Salvini:

"È una scelta che è corretto fare insieme", si dice convinta. Perché l'avversario da battere è nell'altra metà campo, lascia intendere, allontanando fantasmi di una campagna elettorale che potrebbe minare gli equilibri del suo governo.

Il tema del Mes che tanto ha tenuto banco in Europa e all'interno del nostro stesso governo, Meloni ritiene lo strumento che sia ''obsoleto'', e la cui bocciatura è legata al fatto che ''non c'è mai stata una maggioranza in Parlamento", non da ora ma da sempre, dunque l'errore è stato commesso in passato, sottoscrivendo il restyling del 'Salva Stati' pur "sapendo che non c'era maggioranza" e mettendo così l'Italia in una "situazione difficile".

La giornalista del quotidiano: "Domani" sottolinea la crisi dell'agenzia di stampa Dire con i licenziamenti per i giornalisti avvenuto il 31 dicembre e ha sottolineato, altresì, come la cosiddetta Legge bavaglio - dopo il via libera all'emendamento alla legge di delegazione europea, attesa entro gennaio in Senato per la seconda lettura, che vieta la pubblicazione "integrale o per estratto" del testo delle ordinanze di custodia cautelare - sia inutile.

Già il presidente dell'Ordine, Carlo Bartoli, aveva disertato l'evento, lanciando l'allarme per il rischio "di far calare il sipario sull'informazione in materia giudiziaria.

Chiediamo di ripensare a fondo la riforma della diffamazione in discussione al Senato: una proposta che non disincentiva in maniera seria le liti temerarie e comprime invece il diritto dei cittadini a un'informazione libera".

La premier, sottolineando che la norma incriminata è di iniziativa parlamentare e che dunque le manifestazioni non dovrebbero svolgersi sotto Palazzo Chigi ma davanti a Camera o Senato, ha negato che si tratti di un bavaglio alla stampa:

"A me pare un'iniziativa valida, forse non l'avrei presa, io non l'ho fatto, ma mi pare una norma di equilibrio tra il diritto di informare ed il diritto alla difesa del cittadino".

Le opposizioni che dicono del discorso di Meloni?

Per una volta, le opposizioni si sono mostrate compatte: tutte hanno bocciato la conferenza stampa di Meloni:

"Se c'è una 'cintura nera' di prese in giro ai cittadini quella spetta di diritto a Giorgia Meloni", ha scritto Conte sui social, rispondendo a una chiamata in causa diretta della premier, che aveva definito il M5s "cintura nera per gli aiuti alle banche".

Per i capigruppo dem di Camera e Senato, Chiara Braga e Francesco Boccia:

"Come sempre molta propaganda e attacchi ingiustificati all'opposizione".

Il giudizio del leader di Italia Viva, Matteo Renzi, sulle tre ore di conferenza stampa è stato lapidario:

"Mai sentite così tante bugie tutte insieme".

E il segretario di Azione, Carlo Calenda:

"Si sente la più completa assenza di un progetto per l'Italia".

Bocciatura anche dai leader di Verdi-Sinistra, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni:

"Plateali bugie, attacchi demagogici alle opposizioni, vuoti slogan".

E Riccardo Magi, segretario di +Europa: "Ha scelto il solito vittimismo, la solita tesi complottista".

 

 

Fonte foto: Diretta TG1 RAI

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