Tu sei qui: PoliticaGaza, Blinken a Netanyahu: "Troppe morti civili"
Inserito da (Redazione Nazionale), martedì 9 gennaio 2024 22:44:27
L'alleato americano torna a farsi sentire con Israele e lo fa con il segretario di Stato Usa Antony Blinken, giunto alla quarta visita a Tel Aviv dopo gli attacchi del 7 ottobre ad opera di Hamas.
Agli inizi di novembre era stato lo stesso Blinken a chiedere una pausa umanitaria al presidente israeliano che lo aveva letteralmente sbattuto la porta in faccia sull'ipotesi ventilata non solo dagli Usa ma da tutta la comunità internazionale.
Oggi, ancora una volta da parte degli Usa, ci ha riprovato Blinken.
Se ad oggi i morti superano di gran lunga le 20mila unità a Gaza, il pressing americano continua anche se, ad oggi, non pare aver fatto mai veramente breccia in Nethanyhau.
Blinken è riuscito ad ottenere, partecipando a una riunione del gabinetto di guerra israeliano, la visita di una delegazione dell'Onu nel nord di Gaza per rendersi conto della situazione sul terreno, in particolare umanitaria, e per svolgere "una valutazione" in vista del rientro degli sfollati alle loro case.
Per Blinken:
"La guerra a Gaza potrebbe finire domani se Hamas prendesse le decisioni giuste anche se per una pace duratura serve la nascita di uno Stato palestinese", così come chiedono molti Paesi della regione visitati dal capo della diplomazia americana prima della tappa a Tel Aviv.
"Il punto di vista espresso da questi Paesi - ha spiegato - è fondamentale per porre fine una volta per tutte a un ciclo di violenza attraverso la realizzazione dei diritti politici palestinesi".
Intanto si fa sempre più duro lo scontro tra lo Stato ebraico e l'Onu: l'ambasciatore Gilad Erdan, ha ricordato nella seduta al Palazzo di Vetro Kfir Bibas, il bimbo di un anno ancora tenuto in ostaggio da Hamas:
"Un'organizzazione che non prende posizione quando un bambino di un anno è preso in ostaggio è complice dei terroristi e non ha ragione di esistere.
L'Onu, continua a concentrarsi sul cessate il fuoco a Gaza, sugli aiuti e non sugli ostaggi" chiosa l'ambasciatore israeliano.
Fonte foto: pagina FB Primo ministro israeliano
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