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Politica

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Autonomia, Calderoli: "Non sono spacca-Italia"

Il Ministro attacca i quotidiani: "Il Mattino" e "Il Messaggero". Il cdr dei due giornali stigmatizza le dichiarazioni del leghista

Inserito da (Redazione Nazionale), martedì 3 gennaio 2023 21:18:19

di Norman di Lieto

Un vero e proprio polverone politico quello che s'è sollevato dopo le dichiarazioni di Calderoli, ministro per gli affari regionali e le autonomie che va a toccare anche la libertà di stampa secondo Filippo Sensi ex portavoce di Renzi, deputato Pd che dichiara su Twitter:

""Solidarieta' a @ilmessaggeroit e @mattinodinapoli per le inaccettabili dichiarazioni di Calderoli; spia di una coda di paglia e di un intento divisivo che va contrastato politicamente e istituzionalmente. Ci mancavano le minacce alla stampa, che fa con onore il proprio mestiere".

Tutto era cominciato proprio dalla 'sfuriata' del ministro leghista che aveva tuonato:

"Adesso basta con gli attacchi che sfociano in offese e anche di peggio. Sono stato paziente per settimane ma adesso si è passato il limite, sono stanco di leggere sui quotidiani Il Mattino o il Messaggero frasi tipo lo 'spacca Italia' del ministro Calderoli riferito al ddl sull'autonomia differenziata.

Io da ministro ho giurato sulla Costituzione, che sancisce l'unità nazionale, per cui scrivere che voglio spaccare l'Italia significa darmi dello spergiuro. Questa è diffamazione, forse addirittura calunnia, perché mi si attribuisce un'inventata volontà di spaccare il Paese".

Così il Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli che rincara la dose:

"Ricordo poi che io sono il Ministro per le Regioni, di tutte le Regioni italiane, non di alcune sì e altre no e proprio per questo sto girando l'Italia in lungo e in largo per incontrare di persona tutti i governatori regionali. Altro che spacca Italia... - prosegue il ministro - Ora basta, i giornalisti hanno un codice deontologico da rispettare, c'è un limite alla cronaca che non può trascendere in offesa o in bugia. Non intendo querelare nessuno per ora, non sono il tipo che querela, ma se mi capiterà di leggere ancora frasi offensive e calunniose nei confronti del mio lavoro da ministro, frasi come queste sullo spacca-Italia, allora sarò costretto a procedere alle vie legali. Totale e sacrosanta libertà di critica dei giornalisti, ci mancherebbe, ma non di inventare qualcosa che non esiste e di diffamare, chiaro?

Intanto cresce la preoccupazione del Sud: qualche decina di sindaci meridionali, di ogni colore politico, lanciano un appello a Mattarella perché questa riforma non acuisca il divario con il nord.

Il Pd parla esplicitamente di questa riforma come "una presa in giro per il sud". Francesco Boccia, responsabile Regioni e Enti locali dem attacca il ministro sia nel merito delle sue proposte, sia il metodo scelto per discuterle. "Calderoli ci dica quali risorse ci sono per il Mezzogiorno".

Intanto i Comitati di redazione de "IlMattino" e "Il Messaggero" "stigmatizzano le dichiarazioni rilasciate dal ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, alle principali agenzie di stampa.
Dichiarazioni nelle quali il ministro attacca in maniera scomposta, e assolutamente non adatta al ruolo istituzionale ricoperto, il lavoro delle colleghe e dei colleghi dei nostri giornali, sul tema del disegno di legge sulla cosiddetta "autonomia differenziata", presentato dallo stesso ministro".

I Cdr - si legge in una nota - "considerano inaccettabili le minacce di agire con querele per "diffamazione" rivolte contro le redazioni riguardo agli articoli pubblicati su questo tema, "colpevoli" esclusivamente di riportare legittime valutazioni sul progetto di riforma attualmente in discussione. Ricordiamo al ministro che il diritto/dovere di cronaca (e di critica) rientra nei capisaldi dell'informazione libera e democratica, così come il diritto/dovere di chi copre incarichi istituzionali di occuparsi al meglio dei temi legati alla propria attività politica e amministrativa. Attività che non comprende, come è noto, la minaccia di ritorsioni e azioni legali contro i giornalisti e contro chi legittimamente valuta, commenta (e se necessario critica) l'attività di chi ricopre questi ruoli di responsabilità pubblica. Va stigmatizzata, in questo contesto, l'abitudine di utilizzare le querele temerarie come arma di pressione contro la libera stampa, per tentare di "imbavagliare" ogni legittima forma di critica".

 

Fonte foto: Pagina Facebook Roberto Calderoli e Pagina Facebook Francesco Boccia

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