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Fondazione Migrantes, i giovani italiani fuggono all'estero

Il 44% di chi ha lasciato l'Italia nel 2022 era un giovane tra i 18 e i 34 anni. Rispetto agli anni precedenti: +2%

Inserito da (Redazione Nazionale), mercoledì 8 novembre 2023 20:26:52

di Norman di Lieto

Le chiacchiere stanno a zero, e i dati non solo dovrebbero far riflettere ma, anche, per certi versi ammutolire.

IL 44% di chi ha lasciato l'Italia nel 2022 sono giovani italiani tra i 18 e i 34 anni - è quanto emerge da uno studio della Fondazione Migrantes.

Rispetto agli anni precedenti, c'è un incremento del +2% con un dato che continua a crescere.

Con il XVIII Rapporto italiani nel mondo della Fondazione Migrantes, vengono rielaborati i dati dell'Anagrafe italiana, offrendo altresì un ulteriore chiave di lettura:

"L'Italia fuori dei confini nazionali - si legge - è costituita oggi da circa 6 milioni di cittadini e cittadine. L'analisi dei numeri incrocia la storia del Rapporto la cui prima edizione risale a diciotto anni fa. Una presenza cresciuta dal 2006 del +91%. Le italiane all'estero sono praticamente raddoppiate (+99,3%), i minori sono aumentati del +78,3% e gli over 65 anni del +109,8%.

I nati all'estero sono cresciuti, dal 2006, del +175%, le acquisizioni di cittadinanza del +144%, le partenze per espatrio del +44,9%, i trasferimenti da altra Aire del +70%".

Sulla questione sono arrivate nell'ordine le dichiarazioni del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e del presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi.

Dal Quirinale arriva un messaggio sulla "fuga dei cervelli che è una patologia cui porre rimedio", sollecitando il ritorno dei giovani in Italia pensando a percorsi virtuosi.

"Preoccupante" afferma il cardinale, intervenuto alla presentazione del rapporto, in cui sottolinea come:

"Questo vuol dire che i giovani non trovano qui quello che cercano altrove e questo ci deve interrogare moltissimo pensando al futuro".

Il governo risponde nel merito fornendo rassicurazioni con il ministro degli Esteri e vicepremier, Antonio Tajani, per il tramite dell'inviato speciale del governo italiano per la libertà religiosa, Davide Dionisi:

"L'emigrazione italiana non solo continua, ma si caratterizza per la mobilità intellettuale, scientifica ed economica", "affinché non stia solo nell'indotto il ritorno dell'investimento fatto, formando cittadini che poi scelgono di mettere a frutto altrove le loro conoscenze come manager e ricercatori, l'Esecutivo ha messo in atto interventi che favoriscano rientri, reinserimenti e progetti di scambio e ricerca plurinazionali. Inoltre - ha aggiunto -, ha puntato anche sul ruolo dei media, tanto nazionali (Rai Italia, in particolare), quanto nei Paesi d'accoglienza per informare meglio chi sta fuori e realizzare un'informazione di ritorno".

Tornando alla XVIII edizione del "Rapporto Italiani nel mondo" della Fondazione Migrantes, diffuso oggi parla anche di mobilità interne da sud verso nord, ma anche scelte di chi ha deciso di lasciare le aree urbane per andare a vivere o lavorare in quelle più periferiche.

Ma ciò che Migrantes, sottolinea è come:

"L'Italia fuori dei confini nazionali è costituita oggi da circa 6 milioni di cittadini e cittadine.

L'analisi dei numeri incrocia la storia del Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes la cui prima edizione risale a diciotto anni fa. Una presenza cresciuta dal 2006 del +91%.

Le italiane all'estero sono praticamente raddoppiate (99,3%).

"Al primo gennaio 2023 i connazionali iscritti all'Aire - si legge - sono 5.933.418, il 10,1% dei 58,8 milioni di italiani residenti in Italia. Mentre l'Italia continua inesorabilmente a perdere residenti (in un anno -132.405 persone, lo -0,2%), l'Italia fuori dell'Italia continua a crescere anche se in maniera meno sostenuta rispetto agli anni precedenti.

Il 46,5% dei quasi 6 milioni di italiani residenti all'estero è di origine meridionale (il 15,9% delle sole Isole), il 37,8% del Settentrione (il 19,1% del Nord Ovest) e il 15,8% del Centro".

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