Tu sei qui: CulturaNei film di Bellavista, ri-conosci te stesso
Inserito da (admin), giovedì 18 luglio 2019 23:56:55
Se n'è andato il Professor Bellavista, perché è questo che è stato Luciano De Crescenzo per tutti noi, nati e cresciuti in Campania. Lo scrittore, infatti, al pari di Paolo Villaggio, ha dato vita sulla carta e sullo schermo a un personaggio che ha reso reale al punto tale da essere sovrapposto al suo interprete. Avviene, quindi, una metonimia, dire Fantozzi equivale a dire Villaggio, allo stesso modo in cui dire Bellavista è sinonimo di De Crescenzo. Non importa che lo scrittore napoletano abbia scritto una cinquantina di volumi di successo internazionale, per i napoletani, e i campani in generale, oggi è morto O' professore, quello dei film. Così parlò Bellavista e Il mistero di Bellavista rappresentano l'essenza di Napoli ancora di più di Massimo Troisi, Totò e Eduardo De Filippo, perché più vicini al fruitore che in questi film riconosce se stesso: abitudini, difetti, modi di ragionare. C'è Rachelina che parla con la lavatrice guasta; Salvatore perplesso davanti a un'installazione di Tom Wasselmann; Luigino che compone poesie estemporanee; Gigino che tenta di vendere casse da morto per strada minacciando il Professore di finire nella plastica. Così Parlò Bellavista (1984), tratto dall'omonimo romanzo racconta le vicissitudini di un condominio napoletano stravolto dall'arrivo di una famiglia milanese. Il Mistero di Bellavista (1985) è ispirato a Una finestra sul cortile di Alfred Hitchcock: nello stesso condominio, mentre aspettano il passaggio della Cometa di Halley, un netturbino e un portiere credono di assistere a un omicidio commesso nel palazzo di fronte. Al centro di entrambe le pellicole c'è Napoli degli anni 80: il traffico, la sporcizia per strada, la delinquenza, la paura del nucleare... È, soprattutto, il decennio della ripresa economica che ha portato benessere all'Italia e disoccupazione al meridione. Su questa differenza tra nord e sud si basa Così Parlò Bellavista: i Cazzaniga, gli uomini di libertà che preferiscono la doccia, e i Bellavista, gli uomini di amore che optano per la vasca da bagno. Detto in altre parole, è la distinzione tra gli stoici e gli epicurei. Luciano De Crescenzo ha infatti raccontato la filosofia classica e i miti greci applicandoli alla vita quotidiana, li ha resi democratici, ha fatto suo l'insegnamento socratico portando uno spazzino e un portinaio a interrogarsi sui perché dell'esistenza. Oggi che Il Professore non c'è più ci sentiamo più soli e orfani del nostro maestro. Photo Copyright: imbd.com
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