Tu sei qui: CronacaStrage Sinnai, Zuncheddu assolto dopo 33 anni di carcere
Inserito da (Redazione Nazionale), venerdì 26 gennaio 2024 22:46:23
Beniamico Zuncheddu ha passato buona parte della sua vita in carcere: 33 anni per l'esattezza, dall'età di 27 anni da quando venne accusato della strage del Sinnai dove l'8 gennaio del 1991 morirono tre pastori ed una quarta persona rimase gravemente ferita.
Le vittime furono: Gesuino Fadda, 56 anni, il figlio Giuseppe, di 24 anni e Ignazio Pusceddu, 55enne, che lavorava alle dipendenze dei due.
I giudici hanno revocato l'ergastolo facendo cadere le accuse per Zuncheddu con la formula "per non avere commesso il fatto".
Zuncheddu si trovava all'ergastolo ora è libero ed innocente: chi gli restituirà questi 33 anni della sua vita trascorsi ingiustamente in carcere?
I giudici della Corte di Appello di Roma, al termine del processo di revisione, lo hanno assolto dall'accusa di essere l'autore della strage di Sinnai, in provincia di Cagliari, con la sentenza che è arrivata dopo una camera di consiglio durata alcune ore:
"Per me è la fine di un incubo", ha affermato l'ex allevatore apparso visibilmente emozionato.
La Corte d'Appello ha, quindi, accolto le richieste del procuratore generale, Francesco Piantoni, che nel corso della requisitoria ha ricostruito trent'anni di vicenda giudiziaria ponendo al centro del suo discorso la credibilità di Luigi Pinna, oggi 62 anni e unico superstite della strage.
Un'accusa arrivata dopo che nell'immediatezza dei fatti lo stesso Pinna aveva sostenuto di non potere riconoscere l'autore degli omicidi perché aveva il viso travisato da una calza.
Nel corso del processo di revisione è arrivato il colpo di scena.
In una drammatica testimonianza, Pinna ha affermato che nel febbraio di 33 anni fa prima "di effettuare il riconoscimento dei sospettati, l'agente di polizia che conduceva le indagini mi mostrò la foto di Zuncheddu e mi disse che il colpevole della strage era lui. È andata così: ho sbagliato a dare ascolto alla persona sbagliata".
La strage si consumò in pochi minuti. Il killer arrivò a Cuile is Coccus a Sinnai a bordo di uno scooter e uccise prima Gesuino Fassa, che si trovava nella strada di accesso all'ovile, per poi risalire in direzione del recinto di bestiame per fare fuoco in direzione del figlio Giuseppe. Pusceddu fu invece ucciso mentre si trovava all'interno di una baracca assieme a Pinna. All'epoca Zuncheddu aveva 27 anni, venne fermato dopo pochi giorni e iniziò per lui un calvario giudiziario la cui parola fine è arrivata dopo 33 anni.
''Beniamino è una persona incredibile che non meritava quello che ha subìto''.
Così l'avvocato Mauro Trogu, difensore di Beniamino Zuncheddu, dopo la sentenza di assoluzione nel processo di revisione.
Anche il Partito Radicale con il segretario Maurizio Turco esulta:
"Per tutti noi è un grande giorno. Siamo contenti e commossi per l'assoluzione di Beniamino Zuncheddu. Ma molto preoccupati per lo stato della giustizia nel nostro Paese. Siamo davanti a uno dei più grandi errori giudiziari mai esistiti. Si sono tolti 33 anni di vita a un cittadino italiano. Siamo felici ma anche affranti per tutto il dolore che ha vissuto. Ci chiediamo quanti casi simili ci siano in Italia per i quali la verità non verrà mai scoperta. Per questo continueremo a vigilare sui diritti violati delle persone, soprattutto dei detenuti e di chi non ha voce".
Irene Testa, sempre del Partito Radicale dichiara invece:
"Se da una parte oggi la giustizia ha trionfato, dall'altra c'è una giustizia che fa paura, una giustizia che ha rubato 33 anni di vita a un uomo. Una riflessione viene spontanea. Quanti Beniamino ci sono nelle carceri italiane? La giustizia italiana va riformata perché così è una giustizia che fa paura e quanto accaduto a Beniamino potrebbe accadere a chiunque. Che la vicenda di Beniamino possa essere da monito a chi conduce le indagini e a chi è chiamato a giudicare".
FONTE FOTO: Foto diEdward LichdaPixabay e Foto diIchigo121212daPixabay
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