Tu sei qui: CronacaCosa possiamo fare per la pace? Virginia Raggi a Madrid
Inserito da (admin), giovedì 20 aprile 2017 12:40:21
Il discorso integrale, tradotto con un post sulla pagina ufficiale di Virginia Raggi, tenuto a Madrid con un perfetto spagnola sfoggiato dalla Sindaca di Roma: di Virginia Raggi E' una domanda difficile alla quale dobbiamo però rispondere. Abbiamo una grande forza: possiamo agire come una comunità. Ma per farlo dobbiamo creare un forte senso di condivisione e partecipazione. Le nostre città devono essere il luogo nel quale le persone possono sentirsi parte di un progetto e possono collaborare per la crescita comune. Ma in particolare devono essere il luogo nel quale nessuno deve sentirsi escluso. Il disagio, le ingiustizie, l’indifferenza sono la causa di ogni tipo di violenza. Avere pace significa non solo non fare la guerra, ma soprattutto avere una società nella quale prepotenze e abusi non esistono. E' un obiettivo molto ambizioso che richiederà sicuramente tempo. A Roma abbiamo preso un impegno con i cittadini. Abbiamo detto loro che nessuno deve rimanere indietro. Significa che tutti i cittadini devono poter accedere a tutti i servizi e avere tutti uguali opportunità. Significa che tutti hanno il diritto di dire la propria e di essere ascoltati. Significa avere uguali basi di partenza. È una sfida soprattutto culturale che implica rispetto per la vita, per la libertà, giustizia, tolleranza, uguaglianza tra uomo e donna. Serve l’ascolto di tutti, soprattutto di chi finora non ha avuto voce. Le nuove tecnologie ci mettono a disposizione strumenti incredibili che fino a pochi anni fa erano inimmaginabili. I cittadini possono mettersi direttamente in contatto con le amministrazioni attraverso un pc, possono far sentire la loro voce. A Roma, così come avviene qui a Madrid, stiamo chiedendo la collaborazione dei cittadini per fare scelte di governo attraverso consultazioni online. Stiamo modificando lo Statuto cittadino, una sorta di Costituzione della città, inserendo i referendum propositivi e consultivi; il bilancio partecipativo: le petizioni popolari elettroniche e consultazioni online. Lo abbiamo chiamato 'diritto alla partecipazione democratica elettronica'. Ma non vogliamo lasciare indietro chi non ha un computer. Allora stiamo facendo corsi per anziani e per chiunque lo desideri per insegnare l’uso del pc, per superare il digital divide. L’obiettivo è ricreare il senso di unione. È per questo che a Roma, a settembre, ospiteremo in collaborazione con il Vaticano la prima edizione di una maratona interreligiosa che lungo il suo tragitto attraverserà tutti i principali luoghi di culto della città e terminerà in piazza San Pietro. L’abbiamo chiamata "Via Pacis": parteciperanno atleti di tutto il mondo e di tutte le religioni. Vogliamo far capire che la convivenza è possibile. Anzi può essere un momento di festa. Va stabilito un nuovo patto con le persone: ascolto ma, nessuno fraintenda, anche rispetto delle regole. Vivere insieme in un rapporto di giustizia e di solidarietà è un impegno senza sosta. La pace si fonda sul rispetto di tutti. Escludere qualcuno significa porre le basi per una ingiustizia. E l’ingiustizia e le diseguaglianze sono alla base della violenza. E su questo punto vorrei fare un’altra riflessione: l’impossibilità di accedere ugualmente all’acqua e al cibo o di poter aspirare ad avere una casa non è una ingiustizia? Le diseguaglianze tra donne è uomini non sono una ingiustizia? Queste cause possiamo e dobbiamo rimuoverle per educare alla pace. Davvero dobbiamo riportare le nostre città a dialogare tra loro. Oggi, qui a Madrid - tra l'altro ringrazio la sindaca Manuela Carmena e Anne Hidalgo per aver organizzato questo evento - ci sono tantissimi sindaci e rappresentanti delle principali istituzioni globali che si occupano di pace. E proprio i sindaci possono superare quelle barriere che a volte si creano tra uno Stato e l'altro. Proprio perché siamo più a stretto contatto con le persone. Creare una rete di città può favorire i processi di pace. Non sarà un percorso breve ma abbiamo l’opportunità di intraprenderlo. Insieme, come comunità, potremo realizzarlo più velocemente. Grazie a tutti. Il video:
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