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Cronaca

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Apricena, uomo uccide la moglie dopo una lite

La vittima, Giovanna Frino, di 44 anni è stata colpita da 3 colpi di pistola sparati dal marito 56enne, Angelo di Lella

Inserito da (Redazione Nazionale), venerdì 16 dicembre 2022 20:42:05

Il bollettino tragico dei femminicidi invece di arrestarsi continua drammaticamente a crescere: oggi ad Apricena, nel foggiano, un ex guardia giurata, ora operaio, Angelo di Lella, di 56 anni ha ucciso la moglie Giovanna Frino di 44 in casa durante una lite con tre colpi di pistola.

La coppia, sposata da circa vent'anni, ha 3 figlie: la maggiore di 21 anni era all'Università, la più piccola di 3 era invece all'asilo mentre la seconda figlia di 17 era rimasta a casa da scuola e quando ha assistito alla lite ed ha udito il primo colpo di pistola è corsa subito a chiedere aiuto.

Questa mattina alcuni vicini hanno allertato i carabinieri dopo aver udito alcuni colpi d'arma da fuoco: giunti sul posto i militari si sono presentati davanti alla porta di ingresso dell'abitazione della coppia, ma l'uomo era barricato in casa minacciando di non voler aprire. Dopo non poca insistenza, e grazie alla mediazione del maresciallo della stazione carabinieri di Apricena, Angelo di Lella si è arreso consegnandosi ai militari. A terra, in cucina, giaceva il corpo senza vita di Giovanna. Accanto al cadavere la pistola utilizzata per compiere il delitto. Tre i proiettili che hanno ferito a morte la donna Intanto è sotto choc l'intera comunità Apricenese.

Sul luogo del delitto tra i primi ad arrivare è stato il sindaco Antonio Potenza.

"Conoscevo benissimo la coppia, ero amico soprattutto di Angelo e mai mi sarei aspettato una simile tragedia - ha raccontato il primo cittadino -. Lei era sempre solare e sorridente. Lui - riferisce ancora Potenza - ieri sera era passato a prendere il pacco natalizio presso il nostro centro per anziani e i miei collaboratori mi hanno riferito che sembrava sereno".

Intanto non si ferma il numero di femminicidi nel nostro Paese: oggi sono diventate 111.

Il 24 novembre quando dal Senato partiva un grido d'allarme e veniva approvata all'unanimità - con 139 voti favorevoli - una commissione bicamerale d'inchiesta sul femminicidio.

Un fenomeno che è "una piaga sociale, una grave violazione dei diritti umani", come l'ha definito il presidente del Senato, Ignazio La Russa. "Sbaglia chi pensa sia una questione di donne, è essenzialmente una questione di uomini, una parte di uomini non ha digerito i passi avanti della società", aveva aggiunto.

In occasione del 25 novembre, soltanto tre settimane fa, i luoghi della politica si erano illuminati di rosso e i nomi delle 104 donne uccise fino al 20 novembre riempivano la facciata di Palazzo Chigi. Da Guglielmina a Vera. Con l'intero governo al centro di piazza Colonna, davanti a fotografi e giornalisti per partecipare all'iniziativa "Illuminiamole", un segno dell'adesione della presidenza del Consiglio alla Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.

Nonostante tutto questo, il drammatico bollettino viene - purtroppo - costantemente aggiornato.

 

Fonte foto: Foto didjedjdaPixabay e Commons Wikimedia

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