Tu sei qui: Bufale e Fake NewsNo, l’aquila “tracciata per 20 anni” non è mai esistita: ecco cosa racconta davvero questa mappa
Inserito da (Admin), mercoledì 17 settembre 2025 11:58:32
Negli ultimi mesi è tornata a circolare online l’immagine di un’aquila con un trasmettitore GPS sulla schiena, affiancata da una mappa fitta di linee viola che attraversano l’Eurasia fino alla Penisola Arabica. Secondo il testo che l’accompagna, quel tracciato sarebbe il frutto di vent’anni di osservazioni su un singolo esemplare di aquila della steppa (Aquila nipalensis), capace di evitare con "intelligenza evolutiva" le distese d’acqua durante le migrazioni.
La storia, però, è un classico caso di disinformazione costruita su dati reali ma decontestualizzati. Come chiarito da verificatori indipendenti e dagli stessi ricercatori coinvolti, la mappa non rappresenta il percorso di un solo animale, bensì i movimenti di venti giovani aquile marcate con GPS nel 2018 in Kazakhstan. Lo studio, condotto dagli scienziati Todd Katzner e Igor Bragin, aveva l’obiettivo di analizzare le rotte migratorie e le minacce lungo il tragitto verso l’Africa e la Penisola Arabica.
Le linee che vediamo, quelle che qualcuno ha scambiato per vent’anni di voli, descrivono meno di dodici mesi di spostamenti complessivi, raccolti grazie a trasmettitori solari di nuova generazione. Alcuni esemplari sono stati ritrovati morti, tra cui uno in Arabia Saudita, fatto che ha probabilmente alimentato il mito della "morte eroica dopo vent’anni di viaggio".
Un fondo di verità esiste: le aquile della steppa tendono davvero a seguire le masse continentali e a evitare lunghi tratti sopra il mare, perché la loro tecnica di volo sfrutta le correnti termiche, quasi assenti sopra gli oceani. Ma nulla a che vedere con un singolo individuo capace di attraversare mezzo mondo per due decenni.
Il caso dimostra quanto sia facile trasformare un dato scientifico in una leggenda virale quando viene strappato al suo contesto.
La prossima volta che incontriamo storie troppo epiche per essere vere, vale la pena fermarsi e cercare le fonti originali: dietro le mappe delle aquile c’è ricerca seria, non favole da social.
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