Tu sei qui: AttualitàTrentino, famiglia runner ucciso: "Andrea ora muore anche per i leoni da tastiera"
Inserito da (Redazione Nazionale), venerdì 5 maggio 2023 19:05:21
Ad un mese dalla morte di Andrea Papi nei boschi di Caldes, la famiglia del runner di 26 anni aggredito e ucciso dall'orsa Jj4, attraverso una nota, annuncia che richiederà l'intervento dell'autorità giudiziaria nei confronti dei cosiddetti "leoni da tastiera" per i commenti offensivi pubblicati sui social network. Attraverso i propri legali, la famiglia depositerà "formali atti di querela a tutela della verità e della memoria di Andrea".
Dicendosi affranta "nel dolore per la perdita di Andrea, che oggi pare essere solo oggetto di una sterile discussione e non vittima", la famiglia rileva come stia:
"subendo un secondo dolore derivato dalla moltitudine di commenti aggressivi, sconsiderati e denigratori della memoria di Andrea", che, a detta di genitori, sorella e fidanzata, "muore per la seconda volta, vittima ora non tanto dell'orsoma dei leoni da tastiera. Visto il comportamento degli haters - prosegue la nota - la famiglia ritiene ora di dover tutelare la memoria di Andrea richiedendo all'autorità giudiziaria di verificare la correttezza o meno di ogni singolo commento postato in rete da coloro che, senza rispetto alcuno per la memoria di Andrea, lo descrivono nei modi più beceri. La famiglia Papi, che ama gli animali e la natura, ha sempre chiesto rispetto e giustizia per sé e per Andrea".
Nella nota, la famiglia prende anche le distanze "da chi estremizza l'esigenza di tutela degli animali a discapito del rispetto per la vita umana, strumentalizzando le loro dichiarazioni e colpevolizzando il comportamento di Andrea".
Su questo tema, il padre di Andrea, Carlo Papi ha rilasciato un'intervista pubblicata sul quotidiano Il T. in cui ha dichiarato:
"Si è rimasti a guardare per troppo tempo e si è atteso che un martire morisse per dimostrare che le cose dovevano cambiare. Andrea è stato colpevole solamente di essersi addentrato nel suo bosco, che era il nostro, del territorio di Caldes, per una passeggiata settimanale.
Ho fiducia nelle istituzioni e non voglio addentrarmi sui già accesi discorsi sulla sorte dell'orso. Tuttavia mi crea rabbia sentire che il progetto Life Ursus sia definito da più parti come un successo: si sapeva che prima o poi la tragedia sarebbe capitata. La morte di Andrea è solo la punta dell'iceberg di un progetto che è diventato problematico. Andrea non è stato vittima di una tragedia della montagna, è martire di un'iniziativa pubblica", ha aggiunto Papi, tornando a chiedere giustizia per il figlio.
Intanto, l'Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) ha inviato al Ministero dell'ambiente un documento in cui presenta alcune proposte per la gestione della popolazione ursina in Trentino, come concordato con il Dicastero durante l'audizione del 26 aprile a Roma.
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