Tu sei qui: AttualitàPovertà in Italia, Caritas: "Fenomeno strutturale"
Inserito da (Redazione Nazionale), venerdì 17 novembre 2023 21:13:41
Il fenomeno della povertà in Italia è sempre più strutturale con i dati in costante aumento e con il 'fenomeno' che tocca anche le persone che lavorano, i dati parlano chiaro: i poveri assoluti aumentano ed arrivano a quota 5,6 milioni, con il 25% che è povero pur lavorando.
Il fenomeno della povertà è diventato ormai "strutturale": dal 2021 al 2022 i poveri assoluti sono aumentati di 357mila unità, attestandosi ora a quota 5 milioni 674 mila, pari al 9,7% della popolazione (erano il 9,1% nel 2021).
Emerge così in tutta la sua criticità anche la dimensione dei "working poor", i lavoratori poveri, i dati emergono grazie alla fotografia dello stato delle povertà in Italia che giungono dal Rapporto 2023 su Povertà ed esclusione sociale in Italia di Caritas italiana, diffuso oggi in vista della VII Giornata Mondiale dei Poveri di domenica e intitolato, "Tutto da perdere".
"L'Italia - spiega il report - risulta essere il Paese in Europa in cui la trasmissione inter-generazionale delle condizioni di vita sfavorevoli risulta più intensa. Chi in Italia nasce povero probabilmente lo rimarrà anche da adulto".
Il numero dei lavoratori poveri è impressionante: 2,7 milioni (l'11,5% degli occupati rispetto a una media europea dell'8,9%).
Il 47% dei nuclei in povertà assoluta risulta infatti avere il proprio capofamiglia occupato.
Tra le famiglie povere di soli stranieri la percentuale sale addirittura all'81,1%.
Ma chi sono i cosiddetti "working poor"?
C'è tutta la platea dei:
"lavoratori in nero, in grigio, part time forzati, con contratti regolari ma tutti con salari inadeguati", da cui emerge che "sopravvivere" è la parola da loro più citata.
Persone che pur lavorando ed impegnandosi vivono:
"una condizione che mette in rilievo la consapevolezza di non avere aspettative con un presente che si dilata senza tempo, impossibile da cambiare in modo significativo, nonostante l'impegno personale".
Norman di Lieto
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