Tu sei qui: AttualitàNumero chiuso medicina, presidente Conferenza rettori: "Toglierlo porterà a crollo qualità dei corsi"
Inserito da (Redazione Nazionale), giovedì 28 settembre 2023 19:15:05
Il tema sull'abolizione del numero chiuso per 'entrare' alla facoltà di Medicina agita la politica che vorrebbe lasciare libero accesso così come la Lega che sulla mancanza di medici in Campania era intervenuta, cosa che vide anche lo stesso governatore della regione Campania, Vincenzo De Luca 'spendersi' per toglierlo definitivamente.
A difenderlo, però, il numero chiuso a medicina sono le stesse università, in questo caso con il presidente della Conferenza dei rettori (crui), Salvatore Cuzzocrea:
"È impossibile togliere il numero chiuso nelle facoltà di Medicina: farlo, avrebbe come conseguenza il crollo della qualità dei corsi che in Italia formano medici e chirurghi e finirebbe con il minare il riconoscimento europeo della laurea stessa".
Del resto, ricorda il capo dei rettori italiani, le università hanno già fatto "uno sforzo incredibile" per estendere i numeri di coloro che ogni anno accedono ai corsi di laurea in Medicina, ed una apertura tarata sulle necessità del sistema sanitario è già in atto: nei prossimi 7 anni i posti cresceranno infatti di 30mila unità. Il tutto viene fatto "preservando la qualità della formazione di chi domani dovrà occuparsi della salute dei cittadini e garantendo validità europea ai titoli italiani", sottolinea Cuzzocrea.
I posti definitivi a Medicina nell'anno accademico in corso sono 19.544 (Ue+extra Ue), con un fabbisogno definito dalla Conferenza Stato-Regioni che si attesta a 18.133.
Anche il presidente della Conferenza permanente delle Facoltà e delle Scuole di Medicina e Chirurgia, Carlo Della Rocca, è contro ogni ipotesi di eliminazione del numero chiuso:
"Aprire in maniera indiscriminata i corsi di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia ed in Odontoiatria e Protesi Dentaria, abolendo tout court il numero programmato - spiega -, pregiudicherebbe il mantenimento degli standard europei formativi. Ovvero un'immediata dequalificazione delle lauree conseguite, con l'impossibilita` della libera circolazione dei nuovi laureati in medicina e chirurgia italiani nell'ambito della Unione Europea.
Così come, un aumento del numero di laureati, che non avrebbero la possibilità` di proseguire la formazione in ambito specialistico, si tradurrebbe in una veloce saturazione dei possibili sbocchi professionali, creando i presupposti per una disoccupazione crescente della figura del medico".
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