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Femminicidi, ergastolo per l'assassino di Alessandra Matteuzzi

In Corte d'Assise a Bologna la sentenza di carcere a vita nei confronti di Giovanni Padovani, ex calciatore e modello di 28 anni. Oggi, anche il processo a Impagnatiello per l'omicidio di Giulia Tramontano

Inserito da (Redazione Nazionale), lunedì 12 febbraio 2024 21:22:41

Oggi a Bologna, in Corte d'assise, è arrivato l'ergastolo per Giovanni Padovani, l'ex calciatore e modello 28enne che il 23 agosto del 2022 ha massacrato a pugni, calci, martellate e colpi di panchina la 56enne Alessandra Matteuzzi, sua ex fidanzata.

Stefania, sua sorella, piange alla lettura della sentenza.

Piange e invoca il nome di Alessandra, "lei non c'è più" dice, prima di uscire fuori dall'aula sorretta dal suo legale.

Padovani ha quindi ucciso Alessandra Matteuzzi dopo averla perseguitata per mesi, controllando i suoi social, il cellulare e le telecamere di casa.

E ha commesso il delitto perché lei non ne voleva più sapere nulla di lui.

Questa mattina, dopo essere rimasto in silenzio per il tutto il processo, il 28enne ex calciatore si è rivolto per la prima volta alla Corte, rilasciando dichiarazioni spontanee, scandite dai mugugni delle tante donne presenti in aula in rappresentanza delle associazioni femministe.

"Io la reale verità la so, io non stavo bene, perché una persona che sta bene non ammazza un altro essere umano. Non esiste. Sono in un incubo, mi dispiace, questo è un fardello più grosso del carcere. Quando perdi la capacità di vedere le cose con lucidità commetti l'irreparabile. Avevo tanto da perdere e Alessandra anche ha perso tanto. Qui oggi non vince nessuno.

Avevo dei disturbi e ho dei disturbi, ma se voi pensate che fosse normale allora pretendo l'ergastolo, voglio stare ogni giorno, ora, minuto in carcere".

La Corte d'assise, presieduta dal giudice Domenico Pasquariello, ha emesso la sentenza dopo due ore di camera di consiglio.

Nella stessa giornata, si è celebrato a Milano, il processo a Impagnatiello per l'assassinio di Giulia Tramontano avvenuto il 27 maggio scorso con la sua compagna al settimo mese di gravidanza.

Omicidio aggravato, occultamento di cadavere e interruzione di gravidanza non consensuale, queste le accuse a carico dell'ex barman.

Stamane, infatti, davanti alla Corte d'Assise, presieduta da Antonella Bertoja, la ricostruzione con slide e immagini, raccapriccianti.

A raccontare alcuni dei dettagli della tragedia è stato un maresciallo dei carabinieri che ha ripercorso i passaggi principali delle indagini e dei loro esiti.

Impagnatiello, dvanti alla foto del corpo straziato di Giulia, ha cominciato a singhiozzare per poi tenersi la testa tra mani e nascondere il volto.

Secondo il maresciallo, Impagnatiello avrebbe ricercato in internet: "cloroformio", "veleno per topi", "veleno per topi in gravidanza" e "quanto veleno per topi è necessario per uccidere una persona".

Impagnatiello si è affidato al web anche per raccogliere informazioni su come rimuovere le macchie di sangue.

In aula oggi non c'erano i familiari della vittima che hanno però voluto lasciare un messaggio tramite i propri profili social.

"Lotteremo per te fino all'ultimo" ha scritto la mamma Loredana mentre papà Franco, invece, ha invocato "giustizia".

 

FONTE FOTO: Foto diIchigo121212daPixabay e Foto diEdward LichdaPixabay

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