Tu sei qui: AttualitàEgitto, Patrick Zaki condannato a 3 anni. Politico egiziano: "Sarà graziato"
Inserito da (Redazione Nazionale), martedì 18 luglio 2023 21:39:20
La notizia è giunta in Italia nel primissimo pomeriggio: Patrick Zaki è stato condannato a 3 anni di carcere con una sentenza inappellabile che deve essere formalizzata da un governatore militare.
Ma può ancora sperare in un atto di clemenza del presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, messo sotto pressione anche a livello nazionale dal kafkiano caso del ricercatore egiziano dell'Università di Bologna.
Sono state le urla di disperazione della madre Hela e della fidanzata Reny che hanno accompagnato la fine dell'undicesima udienza del processo svoltasi a porte chiuse a Mansura e conclusa con il laconico annuncio fatto da un uomo della sicurezza nell'aula al terzo piano del Palazzo di Giustizia di Mansura: "Tre anni".
Questa la condanna alla reclusione inflitta dalla seconda Corte per la sicurezza dello Stato a Patrick per presunta diffusione di notizie false in un articolo da lui firmato sulle discriminazioni ai danni dei copti, i cristiani d'Egitto.
La condanna, formalmente inappellabile anche se deve essere ratificata da un governatore militare che può annullarla del tutto o ordinare un nuovo processo, ha innescato lo sdegno in Italia e la condanna di Amnesty International.
Un mezzo terremoto per la politica interna egiziana che ha spinto il coordinatore generale del Dialogo, Diaa Rashwan, a chiedere al presidente "di utilizzare i suoi poteri legali e costituzionali per l'immediato rilascio" di Zakie "di non far eseguire la sentenza".
Il segretario del Comitato per i diritti umani della Camera dei deputati egiziana e soprattutto componente della Commissione per la grazia presidenziale, Mohamad Abdelaziz, ha reso noto che il proprio organismo:
"ha ricevuto rassicurazioni sul ricercatore Patrick George Zaki e altri. Dalla riattivazione del Comitato per la grazia presidenziale e dall'avvio del dialogo nazionale, percepiamo uno spirito positivo e continuiamo a confidare nella volontà del presidente Al-Sisi di usare i suoi poteri costituzionali per il bene pubblico e per creare un clima democratico".
Incrociamo le dita e speriamo.
Fonte foto: Commons e pagina Facebook Amnesty International
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