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Conflitto Russia - Ucraina, a che punto siamo?

Dopo che anche la premier Meloni ha parlato di 'stanchezza generale' riguardo al conflitto, l'agenda politica segue maggiormente lo scontro in Medio Oriente spegnendo i riflettori su Kiev

Inserito da (Redazione Nazionale), domenica 5 novembre 2023 14:23:35

Anche le guerre hanno le loro agende.

A onor del vero, non solo hanno le loro agende ma hanno anche le loro priorità, nel senso che ci sono guerre e conflitti che non interessano (quasi mai) a nessuno se non a quelli che le vivono sulla propria pelle e nelle loro case.

E in Ucraina nel conflitto con la Russia sta accadendo questo: non siamo ai livelli di menefreghismo come per altre 'guerre minori' ma senza dubbio, l'interesse primario è scemato, verso un interesse di secondaria importanza.

Chiamiamolo, down grade agli occhi delle grandi potenze mondiali.

Lo hanno anche ammesso - seppur a denti stretti - dalle parti di Bruxelles, dove l'agenda ora è tutta per la guerra tra Israele contro Hamas e quello che succede a Gaza con il rischio genocidio così come dichiarato dall'agenzia Onu.

E se la stessa Meloni nella finta telefonata istituzionale con un fantomatico leader politico africano che non era altro che un duo comico russo, sosteneva come sul fronte bellico in Ucraina da parte di tutti ci fosse stanchezza perché anche Kiev e Mosca non potrebbero finalmente ambire ad una pace negoziata?

Quella in Ucraina è ormai una guerra di "posizione" e di "logoramento" che favorirà la Russia, permettendole di riorganizzarsi e di minacciare non solo le forze ucraine ma "lo Stato stesso".

Così il comandante delle forze armate di Kiev, Valeriy Zaluzhny, in un'intervista all'Economist, suona come la prima ammissione che la controffensiva cominciata all'inizio di giugno non ha raggiunto i risultati sperati.

Dichiarazioni che seguono di pochi giorni un lungo articolo di Time in cui alcuni collaboratori di Volodymyr Zelensky riconoscono le difficoltà nel continuare le ostilità, facendo capire che il presidente rimane il solo a credere in una vittoria militare sul campo.

Di un possibile compromesso parla invece l'ex consigliere dell'ufficio di presidenza ucraino Oleksi Arestovich, che oggi ha annunciato la sua candidatura a presidente sebbene le elezioni, in teoria in programma nel marzo prossimo, difficilmente si potranno tenere a causa della legge marziale.

Arestovich propone l'ingresso dell'Ucraina nella Nato in cambio della rinuncia alla riconquista militare dei territori occupati dai russi, preferendo le trattative.

Il presidente russo Vladimir Putin ha intanto firmato la legge che revoca la ratifica della Russia del Trattato per la messa al bando degli esperimenti nucleari.

Mosca non esegue comunque questo tipo di test dal 1990 e gli Usa dal 1992. La ripresa dei test nucleari russi, ha sottolineato recentemente il vice ministro degli Esteri Serghei Ryabkov, è possibile solo come risposta a eventuali test americani.

Se si agitano da una parte test nucleari, la soluzione condivisa per cessare le ostilità rimane la via da perseguire. Sempre.

Altrimenti a che servono la politica e la diplomazia?

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