Tu sei qui: AttualitàAttacco di Israele, Netanyahu: "Esercito dentro Gaza City"
Inserito da (Redazione Nazionale), giovedì 2 novembre 2023 21:20:27
La guerra non si ferma, Israele non si ferma ed entra a Gaza City: la principale città dell'enclave palestinese è completamente accerchiata e le truppe israeliane sono già dentro alcune aree dell'abitato.
Il presidente israeliano, Benyamin Netanyahu ha dichiarato che le forze armate hanno subito perdite con almeno 19 soldati uccisi in combattimento dall'inizio dell'operazione di terra ma definendo l'operazione 'ormai al culmine'.
Il capo di stato maggiore israeliano, Herzi Halevi ha dichiarato:
"Le nostre forze sono nel cuore del nord della Striscia, dentro Gaza City, che è completamente circondata".
Intanto Israele attacca sia sul campo che con raid incessanti dell'aviazione e delle forze navali dal mare che così aprono la strada alle operazioni di terra.
A dare la dimensione dello scontro in corso sono le cifre fornite dall'esercito, secondo cui solo nelle ultime ore "sono stati uccisi 130 terroristi".
La notizia più drammatica è che a restare nel mezzo dei "feroci combattimenti" tra le truppe di terra e i miliziani di Hamas è la popolazione di quella parte della Striscia dove la situazione umanitaria è al tracollo.
"Il tempo sta scadendo per prevenire un genocidio a Gaza", hanno segnalato da Ginevra esperti delle Nazioni Unite secondo cui il popolo palestinese "corre un serio rischio di genocidio".
L'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi ha affermato che quattro scuole Unrwa che ospitavano sfollati sono state danneggiate durante gli attacchi di oggi e che almeno 20 persone sono rimaste uccise.
Dal valico di Rafah, tra Gaza e l'Egitto, per il secondo giorno consecutivo sono riusciti ad uscire centinaia di stranieri, quelli con doppia nazionalità e anche feriti.
Tra i primi anche una bambina italiana di 6 anni assieme alla mamma palestinese, dopo i quattro connazionali evacuati mercoledì.
Un piccolo spiraglio nel collasso umanitario che sarà in cima ai dossier che affronterà il segretario di Stato Usa Antony Blinken in arrivo domani in Israele, dove vedrà il premier Netanyahu.
Il pressing Usa è finalizzato alla concessione da parte di Israele di brevi "pause umanitarie" per il rilascio in sicurezza degli ostaggi e la distribuzione degli aiuti.
Diverso il discorso invece su un possibile cessate il fuoco, tema sul quale Washington e Israele invece convergono: per ora non se ne parla visto che si ritiene favorirebbe Hamas.
Intanto si continua a morire anche tra i civili.
Fino a quando?
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